MARIA MADDALENA
Scritto da DAVIDE BRACCO.
L’inizio del film sembra un déjà vu: una donna sprofonda in acque oscure in una visione che per intensità ricorda alcune sequenze del film premio Oscar 2018 LA FORMA DELL’ACQUA. Ovviamente una pura coincidenza così come il pensiero che il film sulla figura di Maria Maddalena (la donna tra le acque) abbia l’intento di accompagnare il movimento di liberazione femminile attivo internazionalmente in questi mesi (non si scordi che un film si realizza almeno un anno prima della sua uscita nei cinema). Inoltre il tema della Maddalena bandiera per nuovi costumi è probabilmente una delle poche pecche del film in quanto risulta trattato in modo troppo convenzionale e scontato per la sua programmaticità (esemplare una scena finale di donne rapite e pronte a seguire sognanti la loro eroina).
Il film convince molto di più nell’esaltazione di Maddalena come mediatrice tra Gesù e gli apostoli, testimone migliore della rivoluzione non violenta per un regno tutto ultraterreno. Originale appare il ritratto di Giuda traditore non per vil denaro come un personaggio da opera lirica che trama nell’ombra ma che agisce per debolezza e ingenuità nella sua cattiva interpretazione del messaggio di Gesù e del regno promesso.
Ai ritratti individuali la regia di Garth Davis affianca un’attenzione alla natura splendido contrappunto ai disagi esistenziali degli apostoli agitati davanti alle acque burrascose di Tiberiade, in missione tra campi e sentieri desolati e confusi in grotte montane simili a prigioni.
Molto intenso il Gesù di Joaquin Phoenix, lontano da ogni sentimentalismo di tanti film biblici e dai tormenti del Dafoe scorsesiano nella sua evoluzione di un rapporto spirituale con Maddalena (Rooney Mara) che la porterà alla piena consapevolezza per risalire alla fine rinata dalle acque profonde di Tiberiade.