Rut, la compagna

17 Dicembre 2022Lorenzo Cuffini

Scritto da  MARIA NISII.

Genealogia al femminile (3)

 

Rut è una moabita, appartiene cioè alla stirpe che discende da Lot il quale, fuggito da Sodoma, si ritira con le figlie sulle montagne. Come già visto in Tamar, anche queste giovani temono di restare senza discendenza e per questo ricorrono a un escamotage: ubriacano il padre e giacciono con lui. Da queste unioni incestuose nascono Moab e Ammon, capostipiti di moabiti e ammoniti, detti quindi popoli incestuosi (Dt 23,4).

Chagall, Noemi e le sue nuore

 

La storia di questa giovane moabita si incrocia con quella di una famiglia ebrea, che ha lasciato la sua terra a causa della carestia, sposandone uno dei figli. Tuttavia prima il padre e a seguire i due figli, periscono uno dopo l’altro. Sopravvive la sola madre, Noemi, che libera le nuore da ogni responsabilità nei suoi confronti, desiderando tornare in terra d’Israele. L’invito della donna funziona però solo per una delle due, l’altra – Rut, appunto – non si staccò da lei(Rut 1,14) dicendole: «Non pregarmi di lasciarti, per andarmene via da te; perché dove andrai tu, andrò anch’io; e dove starai tu, io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio; dove morirai tu, morirò anch’io, e là sarò sepolta. Il SIGNORE mi tratti con il massimo rigore, se altra cosa che la morte mi separerà da te!» (vv. 16-17).

“E Rut si attaccò in lei” (1,4). È un forte verbo adesivo, attaccarsi in, costruzione usata in relazione alla divinità: ‘Per amare Iod tuo Elohim, ascoltare nella sua voce e attaccarti in lui’” (Dt 30,20). (Erri De Luca, Le sante dello scandalo, p. 32)

Forse meno spiazzante della confessione di fede nel Dio d’Israele della straniera Raab, tuttavia anche la moabita Rut, scegliendo di legarsi alla suocera, si lega a un Dio che non conosce. Come Raab dimentica la sua appartenenza alla gente di Gerico, anche Rut lascia la sua terra – come già Abramo – e tutto quello che ha, per seguire Noemi. Come per Raab non vi erano ragioni razionalmente deducibili per il suo modo di agire, anche nel caso di Rut il racconto non si preoccupa di fornire spiegazioni. D’altronde non è per un calcolo razionale che i discepoli risponderanno alla chiamata di Gesù, che li inviterà a lasciare tutto per seguirlo (Mt 19,21).

“E tornò Naomi e Rut la Moabita sua nuora con lei che torna dai campi di Moab” (1,22). L’attaccamento di Rut le dà diritto al verbo tornare: anche se non è mai stata in Israele, la sua venuta ha la forza e il diritto di un ritorno. Il suo attaccamento le procura l’accredito dell’appartenenza (Le sante dello scandalo p. 32).

Anche i midrash si soffermano sul particolare dell’attaccamento, la devequt, e ricordano come il nome Rut possa significare anche “la compagna” [da re’ut, compagna o amicizia], colei che rimane attaccata, colei che resta.

 

Chagall, Rut la spigolatrice

 

Giunta in terra d’Israele con Noemi, in quanto donna Rut non può essere assunta a giornata e per sopravvivere è costretta a spigolare quanto lasciato appositamente ai margini dei campi, secondo le prescrizioni in favore dei poveri: “quando facendo la mietitura nel tuo campo avrai dimenticato qualche spiga non tornerai indietro a prenderla; sarà per lo straniero, l’orfano e la vedova!” (Dt 24,19). Per quanto in condizione di povertà e mancanza, Rut è indubbiamente guidata dal buon istintoper caso, si dice in 2,3 – grazie al quale arriva nel campo di Booz, che scoprirà essere un parente di Noemi [secondo Mt 1,5 Booz sarebbe figlio di Raab]. L’uomo la nota, si informa sul suo conto e subito la prende sotto la sua protezione dicendole: «Ascolta, figlia mia; non andare a spigolare in un altro campo; e non allontanarti da qui, ma rimani* con le mie serve; guarda qual è il campo che si miete, e va’ dietro a loro. Ho ordinato ai miei servi che non ti tocchino; e quando avrai sete, andrai a bere dai vasi l’acqua che i servi avranno attinta» (2,8-9). [*Booz invita Rut a restare “attaccata” alle sue serve].

Booz non aveva alcun obbligo nei suoi confronti, ma ne apprezza l’attaccamento alla suocera e per questo non guarda alle sue origini. Ancora una volta, probabilmente anche in vista del futuro che li attende, la narrazione svela il suo taglio teologico, attribuendo all’uomo parole che pongono la sua umana benevolenza sotto l’egida divina: «Mi è stato riferito tutto quello che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai abbandonato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a un popolo che prima non conoscevi. Il SIGNORE ti dia il contraccambio di quel che hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte del SIGNORE, del Dio d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!» (2,11-12).

 

Chagall, Rut ai piedi di Booz

 

Venuta a sapere della benevolenza verso la giovane da parte di un suo parente, la suocera istruisce Rut su quanto deve fare: lavarsi, profumarsi e poi aspettare che Booz vada a dormire, quindi sollevare la coperta dal lato dei piedi e coricarsi accanto all’uomo [alcuni autori interpretano questo passo con “ti denuderai ai suoi piedi”, come fanno anche alcune rappresentazioni artistiche]. Quando Booz si accorge della presenza di Rut, non la tocca [i commentari rabbinici sottolineano questo dato, richiamando il significato del nome Booz, “in lui la forza” – in questo caso la forza di dominarsi], ma si alza dal giaciglio e decide di chiedere il riscatto della giovane al parente più prossimo che avrebbe potuto vantare diritto su di lei [il riferimento è alla legge del levirato, che vincolava il parente più prossimo a dare una discendenza a quello defunto].

A giusta conclusione del buon esito della trattativa, gli anziani chiamati a testimone formulano una sorta di eziologia della storia che verrà: «Ne siamo testimoni. Il SIGNORE conceda che la donna che entra in casa tua sia come Rachele e come Lea, le due donne che fondarono la casa d’Israele. Spiega la tua forza in Efrata, e fatti un nome in Betlemme! Possa la discendenza che il SIGNORE ti darà da questa giovane rendere la tua casa simile alla casa di Perez, che Tamar partorì a Giuda!» (4,11-12).

 

Sarra e Rebecca, Iudìt e colei

Che fu bisava al cantor che per doglia

Del fallo disse “Miserere mei”

(Paradiso XXXII, 10-12)

Da Rut e Booz nasce infatti Obed, padre di Iesse, padre di Davide. Ma per fiorire questa storia ha avuto bisogno del gesto scandaloso di una donna, che si infila nel letto di un uomo buono, compiendo un atto seduttivo che viene tuttavia benedetto dal Signore. Prima di entrare nella genealogia del Messia, il libretto di Rut già si concludeva con la posterità di questa giovane moabita, attaccatasi alla suocera e dunque al Dio di questa, una divinità a lei sconosciuta ma che si “costruirà” una natura umana anche grazie a lei e alla sua femminea intraprendenza.

 

Chagall, Incontro di Rut e Booz

 

Il giacere di Rut ai piedi di Booz mostra tutta l’intraprendenza femminile, frutto della complicità di Rut e Noemi. Booz ne sarà gratificato riconoscendo la scelta della donna di non legarsi a uomini più giovani: «Sii benedetta dal Signore, figlia mia! Questo tuo secondo atto di bontà è migliore anche del primo, perché non sei andata in cerca di uomini giovani, poveri o ricchi…» (3,10). Dunque Booz sembra colpito ed emozionato [si sveglia con un brivido], ma appunto l’iniziativa non è sua. E se, a dispetto dei tempi, le donne bibliche sanno anche essere attive su fronti inattesi, il protagonismo femminile nella danza amorosa non ci è certo ignoto.

Nel Cantico dei Cantici, su 116 versetti ben 68 sono recitati dalla protagonista anonima, in un racconto in poesia, che meglio si adatta a mettere in scena l’amore. E nei versi del Cantico la donna è a tal punto audace da avere il coraggio di andare in cerca dell’amato a costo di passare per una prostituta [una che si vela – 1,3], trasgredendo convenzioni sociali con la forza di un amore che l’autore non disdegna di caratterizzare in tutta la sua carica erotica e sensuale, e soprattutto in una relazione in piena reciprocità: Io sono del mio diletto e il mio diletto è mio (6,3). Esaltazione di baci, abbracci e carezze, creatività degli appellativi (amica mia, mio diletto) e della descrizione del corpo amato (Come nastro di porpora le tue labbra, / la tua bocca è piena di fascino; / come spicchio di melagrana è la tua tempia / dietro il tuo velo – 4,3) hanno sfidato gli esegeti a comprenderne l’inserimento nel canone biblico, invocando la metafora sponsale che lega Dio al suo popolo. Come se l’amore non fosse tanta parte dell’esistenza, come se l’unico paradigma della vita di coppia fosse il dominio (Gen 3,16). A dispetto delle tante interpretazioni, più o meno riuscite, il Cantico è nel canone e Rut entra nella genealogia del Messia. L’amore salva anche quando è erotico.

 

Chagall, Il Cantico dei Cantici

 

Tra il Cantico e Rut, Thomas Hood (1798–1845) descrive una donna probabilmente idealizzata che lavora nei campi in autunno, esaltandone la bellezza (capelli, guance) e la devozione.

She stood breast high amid the corn,                 Lei stava a testa alta in mezzo al grano
Clasped by the golden light of morn,                 Avvinta dalla luce dorata del mattino,
Like the sweetheart of the sun,                          Come fidanzata al sole,
Who many a glowing kiss had won.                  Come qualcuno che ha vinto molti baci da quello splendore.

On her cheek an autumn flush,                         Sulla guancia il rossore dell’autunno,
Deeply ripened; such a blush                            Ben maturo; come scarlatto
In the midst of brown was born,                        Nato in mezzo al castano,
Like red poppies grown with corn.                    Come papaveri rossi cresciuti assieme al grano.

Round her eyes her tresses fell,                         Attorno agli occhi le trecce,
Which were blackest none could tell,                 Un tempo tanto nere da non poterlo dire,
But long lashes veiled a light,                           Ma l’intreccio disfatto ha velato quella luce,
That had else been all too bright.                      All’inizio sfavillante.

And her hat, with shady brim,                          E il suo cappello, dalla tesa larga,
Made her tressy forehead dim;                          Ha reso opache le trecce sulla fronte;
Thus she stood amid the stooks,                        Così ora lei resta in mezzo alle spighe rimaste,
Praising God with sweetest looks:                    Pregando Dio con occhi dolcissimi:

Sure, I said, heaven did not mean,                    Certo, ho detto, il cielo non intendeva
Where I reap thou shouldst but glean,               Che dove io raccolgo tu non debba spigolare,
Lay thy sheaf adown and come,                        Lascia il tuo covone a terra e vieni,
Share my harvest and my home.                       Dividi il mio raccolto e la mia casa.

Thomas Hood, Ruth

 

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  • In copertina: Marc Chagall, Booz trova Rut ai suoi piedi (1960)

 

 

 

 

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