Davide e Gionata
Scritto da MARIA NISII.
All’interno dell’ampio ciclo del re Davide – da 1Sam 16 a tutto 2Sam e fino a 1Re 2 (in totale: ben 41 capitoli!) – compare tra gli altri personaggi Gionata (in ebraico “Il Signore ha dato”), figlio di re Saul, primo re d’Israele. La vicenda di Gionata è trattata nei capitoli 13-31 di 1Sam.
Al suo esordio, in 1Sam 13,Gionata è descritto come un eroe:
Allora Giònata sconfisse la guarnigione dei Filistei che era a Gàbaa e i Filistei lo seppero. Ma Saul suonò il corno in tutta la regione gridando: «Ascoltino gli Ebrei!».
e poi nel cap. 14 come un credente in Dio:
Giònata disse allo scudiero: «Vieni, avviciniamoci alla postazione di questi incirconcisi; forse il Signore opererà per noi, perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi».
All’inizio Saul e Gionata sono ritratti come una squadra, ma mentre Saul è caratterizzato da debolezza, mancanza di fiducia in Dio e scarse doti di comando, Gionata è invece presentato come un guerriero coraggioso, zelante e degno successore del padre; in genere possiamo dire che la sua figura è presentata in modo positivo, al contrario di quella paterna. Nel cap. 14 inizia a emergere una frattura fra i due, quando Gionata parte in battaglia contro i filistei senza avvisare il re.
Gionata si lega a Davide con profonda amicizia, suscitando l’ira paterna già prossima alla follia per la gelosia nutrita nei confronti del giovane ex pastorello.
la vita di Gionata s’era legata alla vita di Davide, e Gionata lo amò come se stesso.
Nel cap. 18 si menziona l’amore di Gionata per Davide, che verrà ribadito più volte nel corso del racconto. Davide e Gionata si sentono infatti da subito legati l’uno all’altro:
I biblisti fanno notare come Gionata ami Davide contro la solidarietà che sarebbe dovuta al padre e contro i propri interessi personali. Egli infatti si è tolto mantello, abiti, spada, arco e cintura per darli all’amico (1Sam 17,4), cedendogli quindi simbolicamente il suo diritto al trono, e poi, senza mai abbandonare il padre, si allea con Davide coprendone la fuga quando il re vuole ucciderlo (20,5-11). Ma anche Davide ama Gionata e gli sarà fedele persino dopo la morte quando, a dispetto della propria spietatezza, chiede: C’è ancora qualcuno della casa di Saul, al quale possa fare del bene per amore di Gionata? (2Sam 9,11). Il patto di amicizia tra i due ha dunque effetto sul futuro: non l’odio di Saul, ma la fedeltà di Davide verso Gionata.
È noto come su questo amore si sia molto speculato talvolta sottolineando l’aspetto politico, talaltre l’amicizia fraterna, fino a ipotizzare una relazione erotica-omosessuale. Secondo la biblista Donatella Scaiola (Davide: un re, un credente, un uomo, Ed. Messaggero), Gionata è presentato come un personaggio “perfetto” sin dall’inizio, e rimane sempre caratterizzato da una grande generosità e fedeltà sia nei confronti di Saul che di Davide. La sua mediazione risolve il problema postosi sin dall’inizio, ovvero come Davide possa diventare re pur essendo stato unto. Abdicando al suo diritto al trono, Gionata di fatto favorisce e rende possibile la transizione tra Saul e Davide.
Come ormai sappiamo, laddove la Bibbia è ellittica, gli autori contemporanei si muovono con più agilità. Vediamo allora come due riscritture, molto diverse tra di loro, scelgano di raccontare la relazione tra i due uomini.
Carlo Coccioli in Davide (1976) adotta il punto di vista di Davide – uno dei modi del riscrivere, ovvero lo slittamento della focalizzazione.
«Vidi il principe Gionata, il figlio di Saul, e le nostre anime si attaccarono» (p. 79), afferma Davide narratore nel primo di una serie di richiami di quel sentimento iniziale. E poi ancora: «Circolò in Israele una versione atroce: quel ‘tu parteggi’, interpretato come ‘tu ami’, accusava Davide di essere l’amante carnale di Gionata» (p. 126), e riprendendo una voce che circolava: «Si amano, si amano, bisogna essere ciechi per non vedere che si amano, si amano al punto che si somigliano!» (p. 127).
Del resto lo stesso Coccioli scrisse anche Fabrizio lupo, un romanzo che negli anni Cinquanta fece molto scandalo, in quanto parla esplicitamente dell’omosessualità del protagonista cattolico.
Non possiamo non notare come le riscritture possano essere ben più esplicite, laddove invece il testo biblico si limita a suggerire, senza peraltro dare molti elementi e lasciando aperte molte ipotesi.
Ancora più che esplicito è poi il romanzo di Geraldine Brooks, Un’armonia segreta (2015), che dona un’esplicita connotazione erotica all’affetto tra i due uomini. Alla prima apparizione Gionata bacia appassionatamente e furtivamente Davide di notte nella grotta, nel tempo del brigantaggio. «Oggi, tutti sanno cosa avvenne fra David e Yonatan, un amore così forte da farsi beffe delle consuetudini e sfidare la volontà di un re» (p. 80), dice la voce narrante, ancora una prima persona, ma in questo caso affidata al profeta Natan.
Per comprendere questo legame, il biblista M. Nissinen (Homoeroticism in the Biblical World. A Historical Perspective) si rifà al contesto storico-culturale:
“La relazione tra Davide e Gionata può essere presa come esempio dell’antica “omosociabilità”, che permette anche di esprimere sentimenti intimi. In tal senso, può essere paragonata all’amore tra Achille e Patroclo (nell’Iliade di Omero) o all’amore tra Gilgameš ed Enkidu. In queste relazioni, il rapporto emozionale è enfatizzato, mentre le espressioni erotiche d’amore sono lasciate dietro le quinte e solo all’immaginazione, e non vi è alcuna distinzione tra ruolo sessuale attivo e passivo. Forse, queste relazioni omosociali, basate su amore e uguaglianza, sono assimilabili più alla moderna esperienza delle relazioni omosessuali, che a quei testi che parlano esplicitamente di atti omosessuali che sono espressioni aggressive e violente di un rapporto di dominazione e soggezione”.
Possiamo facilmente notare come la speculazione esegetica risulti più sottile – per un’analisi più dettagliata: https://www.effettobibbia.it/phocadownload/Edizione2019/programma/Amicizia-Davide-Gionata_D.Gilardi.pdf.
La narrazione però si muove su un altro piano: non specula ma mostra, rappresenta, suggerendo persino letture difformi al dato di partenza, ma magari più affini alla sensibilità propria e dei propri contemporanei – sappiamo peraltro come la figura di Gionata sia stata adottata dal movimento lgbtq+:
Ma sappiamo anche come tale interpretazione letteraria sia tutt’altro che isolata. Leggiamo in proposito alcuni versi di Rainer Maria Rilke sul lamento di Davide alla morte dell’amico.
Ahimè, non durano nemmeno i re,
e come cose volgari scompaiono
benché s’incidano come sigilli
le loro impronte nella terra molle.
Pure hai potuto, tu che avesti origine
con l’iniziale del tuo cuore, spegnerti
all’improvviso, tu, calore alle mie guance.
Oh, potesse qualcuno un’altra volta
Generarti quando il suo seme splenda.
Era dunque destino che estranei ti annientassero,
mentre colui che t’amò non può nulla
e deve dominarsi ascoltando il messaggio;
come bestia ferita rantola sul suo strame
vorrei anch’io stendermi a terra e urlare:
perché nelle mie parti più segrete
tu mi fosti strappato, come il pelo
che nelle ascelle cresce, o là nel punto
di me con cui giocarono le donne
prima che tu venissi a disbrogliare
il gomitolo dei miei sensi; allora
alzai lo sguardo e mi accorsi di te: –
Ma tu ora scompari dai miei occhi.
(Rainer Maria Rilke, Lamento per Gionata)
Per mostrare come le riscritture non siano solo letterarie, richiamo alcuni passaggi del Saul musicato da Haendel, in cui è Gionata a prendere la parola:
«[…] thou noble youth, accept my frienship, / And Jonathan and David are but one»
(accetta giovane eroe la mia amicizia e Gionata e David siano una cosa sola).
Queste parole le canta Gionata al primo incontro, qui rappresentato sul campo di battaglia dove Davide ha appena battuto Golia. In un altro passaggio invece emerge bene il dissidio interiore del personaggio:
«O filial piety! O sacred friendship! / How shall I reconcile you? Cruel father! / Your just commands I always have obeyed: / But to destroy my friend, the brave, the virtuous, / The godlike David, Israel’s defender, / And terror of her foes! To disobey you — / What shall I call it? ‘Tis an act of duty / To God, to David — nay, indeed, to you»
(o pietà filiale! O sacra amicizia! Come conciliarvi? O padre crudele! Ai vostri retti ordini ho sempre adempiuto: ma uccidere il mio amico! Il coraggioso, il virtuoso, il divino David! Difensore di Israele, terrore dei suoi nemici! La mia disubbidienza – come potrei dire – è un atto che devo a Dio, a David e certamente a voi).
Infine una riscrittura cinematografica. Nel film di Bruce Beresford, King David (1985), il vecchio Davide sul letto di morte non nomina nessuna delle sue mogli, ma il solo Gionata.