La calunnia, il gran monsone

12 Agosto 2023Lorenzo Cuffini

 

Scritto da LORENZO CUFFINI.

 

Sia il vostro parlare sì sìno no, il di più viene dal maligno” (Mt 5,37)

 

I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Mt 26,59-60) 

 

E così sollevarono il popolo, gli anziani e gli scribi,  piombarono addosso ( a Stefano), lo catturarono e lo trascinarono davanti al sinedrio.]Presentarono quindi dei falsi testimoni, che dissero: «Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno distruggerà questo luogo e sovvertirà i costumi tramandatici da Mosè». (At 6, 12-14)

 

 

Rispetto ai grandi tradimenti raccontati nella storia sacra, quello di Giuda e il rinnegamento di Pietro su tutti gli altri, quel piccolo tradimento costante della verità delle cose che è la calunnia, apparentemente sembra occupare un posto di rilievo minore. Non è così. Papa Francesco, ad esempio, nei suoi anni di pontificato è ritornato varie volte e con durezza radicale su questo tema: per esprimerne una condanna decisa, ma anche per metterci in guardia tutti quanti. Sul riconoscerla e, soprattutto, dal praticarla. Parlando per esempio dei processi di Gesù e di Stefano diacono (il futuro Stefano Protomartire) che sono citati sopra, afferma:

 

Invece di chiedergli spiegazioni sono passati alla calunnia per distruggerlo. «Siccome non andava bene la lotta pulita, la lotta tra uomini buoni, sono andati per la strada della lotta sporca: la calunnia». Trovarono falsi testimoni, che dissero: «Costui non fa che parlare contro questo luogo, contro la legge di Mosè, contro questo, contro quello». Lo stesso avevano fatto con Gesù….La calunnia distrugge l’opera di Dio, perché nasce dall’odio. Essa è figlia del «padre della menzogna» e vuole annientare l’uomo, allontanandolo da Dio. .. Menzogna e calunnia vanno di pari passo, perché hanno bisogno l’una dell’altra per andare avanti.”

e anche: “Gesù lo ha detto chiaramente: chi parla male del fratello e della sorella, chi calunnia il prossimo, è omicida, uccide con la lingua

In riferimento al celebre versetto del sì/sì-no/no, precisa:

Senza questo allenamento che viene proprio dalla pratica del silenzio, può ammalarsi anche il nostro parlare”: invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa, le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia. È un dato di esperienza che, come ci ricorda il Libro del Siracide, ‘ne uccide più la lingua che la spada

 

Come spesso accade, nell’Arte puo’ capitare di imbattersi in qualcosa in cui il credente avverte risuonare l’eco delle parole della Scrittura. E pur trovandosi in contesti tutti diversi e privi di connotazioni specificamente religiose. In questo caso  possiamo ricordare tre esempi  particolarmente significativi. Il primo viene dal teatro, ed è il clamoroso personaggio di IAGO, nell’ Otello di Shakespeare:

 

Io verserò nell’orecchio del moro la velenosa insinuazione…tesserò le reti che li stringeranno tutti

 

Una vera incarnazione  della calunnia, figura che ne rappresenta la personificazione, impastata in modo magistrale con  maldicenza, invidia, desiderio del male,  gelosia, manipolazione. Se il versetto evangelico afferma che il “di più” nelle parole viene dal maligno, la capacità di affabulazione e di persuasione verbale di questo perfidissimo eroe negativo si meriterebbe agevolmente la qualifica di diabolico. Se non fosse che Shakespeare ne fa invece qualcosa di profondamente, lucidamente umano: ed è questo quello che ci turba maggiormente a vederlo rappresentato sulla scena.

 

Il secondo, viene dal mondo della lirica. C’ è  una pagina d’opera quasi didascalica che, pur nel lessico scherzoso e nel tono dell’opera buffa, appare come una analisi  quasi meccanica della tecnica e del funzionamento della calunnia,  Si tratta della celebre cavatina “La calunnia è un venticello” da quella geniale composizione di Rossini che è il Barbiere di Siviglia, del 1816 Dice il testo:

La calunnia è un venticello,
Un’auretta assai gentile
Che insensibile, sottile,
Leggermente, dolcemente
Incomincia a sussurrar.
Piano piano, terra terra,
Sottovoce, sibilando,
Va scorrendo, va ronzando;
Nelle orecchie della gente
S’introduce destramente
E le teste ed i cervelli
Fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuori uscendo
Lo schiamazzo va crescendo
Prende forza a poco a poco,
Vola già di loco in loco;
Sembra il tuono, la tempesta
Che nel sen della foresta
Va fischiando, brontolando
E ti fa d’orror gelar.
Alla fin trabocca e scoppia,
Si propaga, si raddoppia
E produce un’esplosione
Come un colpo di cannone,
Un tremuoto, un temporale,
Un tumulto generale,
Che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
Avvilito, calpestato,
Sotto il pubblico flagello
Per gran sorte ha crepar.

Ma l’opera non si legge: si ascolta (e si guarda). Dunque vale la pena farlo:

 

Un salto di quasi duecento anni tondi, e si arriva al 2015 e al terzo esempio. Edoardo Bennato riscrive a modo suo il venticello calunnioso. Lo riscrive parzialmente, perché mantiene le prime tre strofe dell’aria rossiniana identiche, mentre nelle successive declina secondo l’attualità contemporanea la macchina di fango dei calunniatori.  Dice il testo di Bennato:

La calunnia è un venticello,
un’arietta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente,
incomincia a sussurrar.

Piano, piano, terra terra,
sottovoce, sibilando,
va scorrendo, va ronzando
nelle orecchie della gente
s’introduce destramente,

e le teste ed i cervelli
fa stordire e fa gonfiar.
Dalla bocca fuoriuscendo
lo schiamazzo va crescendo,
prende forza a poco a poco,

può bastare
la confessione di un pentito
magari di uno che fa un nome a caso
solo perché gli salta la mosca al naso
può bastare
e una notizia per sentito dire
va prima pagina di un giornale
e poi diventa una verità ufficiale

La calunnia è un venticello
ma in un lampo diventa una tempesta
e produce un’esplosione come un colpo di cannone
un terremoto che fa tremare

un tumulto generale,
che fa l’aria rimbombar.
E il meschino calunniato,
avvilito, calpestato,
sotto il pubblico flagello
va a crepar

può bastare
una notizia per sentito dire
una soffiata più confidenziale
che è quello è un nome che porta male
e allora tocca ferro
e quel nome non nominarlo
è un pregiudizio senza fondamento
ma che ti costa rispettarlo.

La calunnia è un venticello,
un’arietta assai gentile
che insensibile, sottile,
leggermente, dolcemente,
incomincia a sussurrar.”

 

 

Contenuto nel suo diciannovesimo album, il brano, per ammissione dell’autore, è dedicato a Enzo Tortora e a Mia Martini. Che, bene tenerlo a mente, nel tritacarne della calunnia, per differenti strade, ci sono finiti drammaticamente, restandone segnati a vita. Perché nella realtà , il venticello puo’ trasformarsi rapidamente in tragica burrasca. In gran monsone.

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https://www.agensir.it/quotidiano/2021/12/15/papa-francesco-udienza-chi-calunnia-il-prossimo-e-omicida-uccide-con-la-lingua/

  • L’immagine di Kenneth Branagh come Iago è tratta da OTHELLO, film del 1995, regia di Oliver Parker.

 

  • L’aria di Rossini è tratta dal Barbiere di Siviglia , dal Teatro Regio di Parma, 2005- Direttore: Maurizio Barbacini Regia: Beppe De Tomasi , ripresa di Rai5-  Interprete: Riccardo Zanellato

 

 

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