Annunciazione di una nuova era.
Scritto da MARIA NISII
Il 25 marzo 3019 TE (Terza Era) “Frodo e Samvise raggiungono il SammathNaur. Gollum afferra l’Anello e cade nella Voragine del Fato. Crollo di Barad-dur e morte di Sauron” (J.R.R. Tolkien, Il Signore degli anelli, Appendice B, Il calcolo degli anni).
L’Ombra che a lungo ha oscurato il sole nella Terra di Mezzo è sconfitta dalla distruzione dell’Anello del potere nel Monte Fato, il luogo in cui era stato forgiato. Ma la fine della guerra intrapresa contro le forze del male richiede il ritorno alla Contea, da cui tutto è iniziato e dove c’è ancora Saruman, ultimo nemico da combattere. Eppure neanche dopo quell’ultima vittoria arriva il lieto fine tanto atteso, specie quando si scopre l’aggravarsi della ferita subita da Frodo, il piccolo uomo portatore dell’Anello. All’ eroico hobbit, la cui missione salvifica era tutto subito evidentemente sproporzionata alle sue misure di mezz’uomo, viene offerta la possibilità di trovare riposo nei Rifugi Oscuri – luogo misterioso e sorta di stato intermedio fantastico, in cui alcuni esseri attendono la fine dei tempi senza il passaggio dalla morte corporale. La dipartita di Frodo dal mondo dei vivi segna la fine della Terza Era.
La mitica saga tolkeniana ambienta l’auspicata distruzione dell’Anello nella curiosa data del 25 marzo. Da questo momento, degna conclusione delle tormentate peripezie dei suoi eroi, la vita può tornare a scorrere: la natura riprende vigore e il regno degli uomini rifiorisce grazie all’avvento di un grande re. L’Anello viene quindi distrutto precisamente nove mesi prima la data ideale di inizio dell’era cristiana (ovvero il 25 dicembre dell’anno 0 – lasciando ovviamente da parte ogni considerazione sulla storicità di tale cronologia), che in questa ricca mitologia non trova posto, ma a cui a suo modo apre la strada.
Sono poche le donne che trovano posto in questo mondo in guerra, e chi vi entra spesso lo fa per combattere a sua volta alla stregua di ogni altro eroe della saga. Il 25 marzo però è, curiosamente, anche una ricorrenza cristiana, meglio ancora una delle principali ricorrenze al femminile, dunque dedicate a Maria. In questo giorno infatti si fa memoria dell’Annunciazione del concepimento del figlio dell’Altissimo:
l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». (Lc 1,26-28)
Situata naturalmente in prossimità della Pasqua, questa solennità riceve un’enfasi ridotta in mezzo alla ricchezza del calendario liturgico. E tuttavia segna quell’inizio fondamentale e fondante per il cristianesimo che è l’incarnazione.
Il cattolicissimo Tolkien nasconde questo codice ermeneutico della sua saga (la data del 25 marzo) in un’appendice, fuori e a conclusione della amplissima narrazione, a cui può arrivare solo quel lettore mai sazio di dettagli. Una curiosità per pochi, si potrebbe allora dire, quei pochi il cui zelo è premiato da questa chiave esclusiva, fino a quel momento quasi del tutto insospettabile. Arrivati fin qui però si guadagna un altro sguardo: tutto quell’universo fantastico, in cui le forze del bene hanno infine la prevalenza su quelle del male, ha permesso un nuovo inizio. E quel nuovo inizio porta con sé una novità ancora imprevedibile. Ma a quel punto la mitologia della Terra di Mezzo si conclude e la fantasia di Tolkien si arresta di fronte a quel mistero che pure ha voluto “preparare”.
- In copertina , e altre: immagini da Il Signore degli Anelli, regia Peter Jackson, 2001-2003