DODICI UOMINI IN BARCA
Scritto da GIAN LUCA CARREGA.
Per costruire le loro trame, gli evangelisti ricorrono spesso ad elementi unificatori che possono essere di diverso tipo: geografico, cronologico, permanenza di personaggi, ecc. A volte capita che un elemento della vita reale assuma un significato simbolico che trasporta il lettore da un piano puramente descrittivo ad uno più propriamente teologico.
Uno di questi casi è il tema della barca all’interno del vangelo di Marco. Partiamo da un dato oggettivo: Marco usa il termine barca al singolare 18 volte nel suo vangelo, contro le 14 di Matteo, 8 di Giovanni e 4 di Luca, tutti testi di gran lunga più estesi del suo. Ma ciò che colpisce di più è la concentrazione della presenza: tra 4,1 e 8,21 si assommano 15 delle 18 occorrenze totali. La cosa non stupisce affatto perché con il capitolo quarto assistiamo ad un progressivo concentramento di interesse sul gruppo dei discepoli e la barca diventa il simbolo del discepolato. In un certo senso, quelli che sono sulla barca con Gesù sono quelli dentro mentre tutti gli altri sono quelli fuori. Si tenga presente che diversi dei discepoli che accompagnano Gesù nei suoi viaggi sono ex-pescatori che Gesù ha chiamato a diventare “pescatori di uomini” (Mc 1,17). Per questi, dunque, la sequela consisteva nello scendere da una barca per salire su un’altra.
Gesù può utilizzare la barca come pulpito per ammaestrare le folle (3,9 e 4,1) o come mezzo rapido di spostamento. In ogni caso è la sua presenza a bordo che fa la differenza: quando si scatena la tempesta, ciò avviene durante il suo sonno, ma basta che Gesù si svegli per mettere a tacere i flutti (4,37-39) e quando i discepoli remano disperatamente lottando con i venti contrari basta che Gesù salga a bordo perché il vento si plachi. Ma Gesù sulla barca non è mai solo e la compagnia è sempre la stessa, quella dei discepoli. Ciò non significa affatto che essi siano docili ai suoi insegnamenti e in sintonia con lui, anzi proprio sulla barca Gesù li rimprovera aspramente di avere anch’essi il cuore indurito (8,17).
Da qui emerge, dunque, la vera funzione della barca, che non rappresenta il campo di azione di Gesù e dei discepoli, ma il luogo in cui Gesù li forma e li allena con le sue parole e il suo esempio. Lontano da occhi indiscreti, Gesù li esorta ad avere più fede e a guardarsi dall’ipocrisia delle autorità religiose.