Edward Elgar – The Light of Life

1 Settembre 2018Lorenzo Cuffini

Scritto da CHIARA BERTOGLIO.

Dopo aver ascoltato il brano di Handel in cui la creazione della luce nella Genesi è utilizzata come potente evocazione della condizione di chi non può vederla, oggi ascoltiamo un altro frammento da un altro grande oratorio, composto da Edward Elgar ed interamente dedicato alla vicenda – narrata dal Vangelo di Giovanni – del cieco nato guarito da Gesù. Si tratta di un oratorio che val la pena di ascoltare interamente, anche per il bel libretto che drammatizza una storia già profondamente coinvolgente anche sotto il profilo umano.

 

Propongo all’ascolto il brano che, dopo una “meditazione” (ouverture) strumentale, apre l’Oratorio vero e proprio. Si tratta di una preghiera liturgica, ispirata dai salmi, intonata da un coro di leviti, i sacerdoti ebrei, che si trovano all’interno del Tempio di Gerusalemme. L’inno che innalzano al Creatore è una lode solenne, devota, maestosa e pia, il cui testo è intessuto di rimandi biblici – in particolare al salmo detto Grande Hallel -, in cui però vengono selezionati e privilegiati i versetti che hanno a che fare con la luce e le creature della luce (sole, luna, e stelle).

 

Al canto di lode e trionfo dei sacerdoti si contrappone quello triste, malinconico e ripiegato su se stesso del cieco nato, la cui menomazione fa sì che egli si senta tagliato fuori non solo dalla vita “normale”, ma anche dalla religione e dalla liturgia: se i leviti lodano Dio per queste sue creature così belle, come potrà lodarLo chi tali creature non ha mai potuto vedere? La cecità fisica diventa così, come nel Vangelo, un simbolo di una cecità spirituale, ancora più grave; l’Oratorio, infatti, proseguirà con la domanda provocatoria e drammatica rivolta a Gesù, cui viene chiesto se sia il cieco o i suoi genitori ad aver peccato per meritare una tale sorte.

 

 

Come la storia andrà a finire è cosa nota a tutti coloro che hanno familiarità con la narrazione evangelica; qui ci interessa notare la bellissima contrapposizione letteraria e musicale fra la comunità orante dei Leviti, intenta a celebrare le lodi divine, e la fragile, ferita umanità del cieco, la cui preghiera è personale, assorta e commossa.

 

  • Per ascoltare clicca qui sotto:

https://www.youtube.com/watch?v=3PzjAv_wXTQ&list=PL1WHcsys6FZ8LfWwvEQ5pWRtpNyy1b5Tl

 

  • Testo:

No. 2.

Chorus and Solo

Chorus of Levites (within the Temple Courts)

Seek Him that maketh the seven stars and Orion,

and turneth the shadow of death into the morning,

and maketh the day dark with night.

The Lord is His name.

O give thanks unto the Lord: for His mercy endureth for ever.

Who hath made great lights: for His mercy endureth for ever.

The sun to rule the day; the moon and stars to govern the night: for His mercy endureth for ever.

Tenor Solo, The Blind Man (outside the Temple)

O Thou, in Heaven’s dome,

In Light’s eternal home,

For Whom the cloud Of night’s endowed

With splendour like the sun:

To me the day and the night

Are equal: both are night.

O God, I pray for light.

Chorus

Seek Him etc.

Tenor Solo

All, all is dark to me:

I lose my way to Thee;

I cannot prove Thy truth and love;

Lord, grant that I may see.

Oh, hateful is the night

Which hides Thee from my sight:

O God! I pray for light.

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  • In copertina : Rupnik, Guarigione del cieco nato, mosaico ( particolare)

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