Giuda e Gesù: amici per errore.

11 Agosto 2021Lorenzo Cuffini

Scritto da LORENZO CUFFINI.

#riscrittureinconsapevoli (*)

 

 

Da Giovanni 13: 21-27

Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: «In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà». 22 I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. 23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. 24 Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: «Di’, chi è colui a cui si riferisce?». 25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». 26 Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27 E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: «Quello che devi fare fallo al più presto».

 

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Giuda, mentre si avvia al Getsemani con le guardie per l’arresto di Gesù.

E così l’ho fatto.

Mi sono sbattuto per giorni e notti, mi son fatto domande e non ho trovato risposte, mi sono consumato nel dubbio angoscioso e nella consapevolezza di dover fare qualcosa a tutti i costi, qualcosa che interrompesse il tuo delirio e la tua passività. Fino ad oggi, fino alla cena, fino a quel boccone intinto, fino alle tue parole: quello che devi fare, fallo presto.

E’ stata la rivelazione, quella vera, quella con la r minuscola, quella rivolta solo a me, e a me solo. Con gli altri undici, banfoni e ottusi come sempre, tutti presi a occuparsi di se stessi, e pieni solo di paura di far brutta figura ai tuoi occhi,vecchia storia. Sono forse io?, sono forse io?, ma li hai visti, i tuoi campioni, quelli che hai chiamati amici, quelli che hai scelto uno per uno e mandati, ancora una volta bamboccioni ipocriti e gonfi di boria e del non aver capito nulla.

Quelle parole , le hai pronunciate a me, e a me solo: l’invito, ad agire, finalmente!, era per me e per me solo.

Hai spezzato gli indugi, hai suggellato la scelta, hai mosso le acque. Si fa, si va. Faccio , vado. Devo fare, devo andare. Poco importa che subito dopo abbia sentito il rigurgito amaro di chi si sente conosciuto, scrutato, previsto e manovrato da te sempre, comunque, completamente . Adesso le tue parole sono state dette, adesso sono stato lanciato, adesso ho ricevuto la missione che avevi in serbo per me. Non vorrei essere stato in nessun altro posto che qui, capisco adesso perché sono  rimasto al tuo fianco, perché sono ancora qui, con tutte le tantissime volte in cui sono stato sul punto di andarmene. Mi scegli, mi hai scelto, mi mandi, mi hai mandato. Per una ben sporca missione, in verità, ma va bene così:  fossi stato furbo, o saggio, avrei capito da un pezzo che per me tu eri pericoloso, che io avrei dovuto imparare a difendermi da te e dalle tue parole criptiche e inebrianti, da tutto quel parlare di amore e di amare tutto e tutti. Storie, lo capisco ora: non è di amore che abbiamo bisogno, ma di chiarezza e di verità, e finalmente la mia me l’hai detta e me l’hai data: quello che devi fare, fallo in fretta. E’ così: per la prima volta ho la certezza pazza che tu e io siamo veramente dalla stessa parte, in un’unica storia che ci separerà e ci porterà uniti in due metà diverse. Tu, alla tua gloria, io all’ ignominia. Ma senza la mia ignominia, la tua gloria resterebbe sulla carta,  impossibile tra i balbettii  dei tuoi undici cortigiani inutili.

Verrò da te, ti consegnerò al Sinedrio. Lo farò con un bacio ed un saluto: il mio commiato, e il mio epitaffio. Si saluta così e si bacia così un amico: ed io, adesso lo capisco,  non lo sono stato;  ma non lo sei stato nemmeno tu, nonostante il tuo parlare alto, inebriante e confuso. Amici, noi due? Se abbiamo creduto di esserlo, è stato per errore: io devo allontanarti da me, per sempre, perché questa è l’unica via che ho, l’unica  per legarmi a te per sempre. Toglierti di mezzo, per potermi togliere di mezzo anche io, urlando in quel momento, nella mia testa e nel mio cuore il tuo nome, il nome della persona a cui ho dato tutto, fino alla mia stessa vita. La fine, per tutti e due: un altro viaggio mi aspetta, diverso dal tuo. Ma senza di me,  sia ben chiaro, il tuo non potrebbe compiersi. Per cui sì: ti consegnerò, con un saluto e un bacio, e spero che in quel contatto ci sia nascosto l’abbraccio che non c’è mai stato fra di noi, e la mia voglia di tenerti unito a me per sempre, di dirti che io non voglio perderti.

Adesso che mi hai dato il tuo comando, la freccia è scoccata e una freccia non puo’ tornare all’arco: in nessun modo vorrei averti ancora vicino, in nessun modo potrei viverti lontano. Questa dunque è adesso la strada tracciata, ed è la mia ( e sarà la tua). Non mi importa d’altro: quello che devo fare lo farò presto, lo sto facendo: e poi verrà l’alba del giorno dopo, a svelare ogni ombra di quello che è stato,i secoli appresso in cui si cercherà senza riuscirci di ricomporre  i frammenti di questa storia indicibile, sui quali Dio ha scritto di me e di te

Certo è dura: certo, tu che sai e mi conosci, hai fatto bene a dirmi di fare quello che devo presto. Perché se non lo avessi fatto subito, mi avrebbe preso alla gola e alle lacrime la nostalgia delle illusioni perse, la felicità vagheggiata che provavo a credere in te come in un futuro di riscatto e di rivoluzione. Ho sbagliato strada, con te; l’ho sbagliata alla grande e per sempre.

Dopo un errore così, non sarebbe stato possibile far finta di niente, ammucciare, vivacchiare, andare avanti. Io vedo te, sento te, sento persino il tuo odore in ogni posto in cui vado e in ogni momento in cui vivo. Senza di te non potrò stare, e non ci starò affatto. Tra poco mi aspetta un altro viaggio: mettila così, io ti sono stato fedele in questo compito infame e indispensabile che mi hai affidato. Quando tra poco ti consegnerò, stringimi per un istante, stingimi forte, perchè io faccio tutto questo per te, e  io non voglio perderti…

Salve, Maestro.

 

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Amici Per Errore, canzone di Tiziano Ferro

In nessun modo vorrei essere altrove

non per niente sono ancora qui

io che da te dovrei soltanto imparare

a difendermi

non è l’amore quello che ci serve

ma è molto più

è la verità

infondo siamo dalla stessa parte

di un’altra metà

Amici altrove amici per errore

allontanarti per urlare per sempre

in testa il tuo nome

è un altro viaggio mettila così

stringimi forte che non voglio perderti

 

In nessun modo vorrei averti vicino

in nessun modo viverti lontano

scomporre la parola amore

in due consonanti tre vocali ci perdiamo

già le sei sole del mattino

svela ogni ombra di quello che è

tutti i frammenti di luna spezzati

sui quali Dio scrisse di me e di te

 

Amici altrove amici per errore

allontanarti per urlare per sempre

in testa il tuo nome

è un altro viaggio mettila così

stringimi forte che non voglio perderti

 

E quel rumore di fondo non smette mai

i lampi di felicità

l’eco della nostalgia

 

Amici altrove amici per errore

sbagliare strada poi trovare in tutti i posti il tuo odore

è un altro viaggio mettila così

stringimi forte che non voglio perderti

 

Autori: Tiziano Ferro, Massimiliano Pelan e Francesco Gramegna

 

*) #riscrittureinconsapevoli: canzoni scritte dai loro autori per motivi e contesti tutti diversi, eppure in grado di rappresentare, almeno a qualche orecchio, un pezzo di Scrittura, che si riscopre lì dentro, come inconsapevolmente richiamata.

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