Il Crocifisso: Uomo – Dio fra gli uomini

17 Giugno 2023Lorenzo Cuffini

 

Scritto da  NORMA ALESSIO.

 

La Croce, con l’inserimento di Cristo e in alcuni casi di altre figure secondarie, non ha più solo il valore di simbolo puro ma, a vantaggio di una raffigurazione più esplicita, diventa “il Crocifisso”. Come opera di arte sacra, lo troviamo dipinto su tavole a croce, in sculture lignee dipinte, in bronzo o di materiale misto, collocato abitualmente in chiesa, posto in luogo visibile dall’ingresso, non necessariamente sull’altare, collegato alla celebrazione liturgica. La visibilità della croce d’altare è presupposta dall’Ordinamento Generale del Messale Romano: «Vi sia sopra l’altare, o accanto ad esso, una croce, con l’immagine di Cristo crocifisso, ben visibile allo sguardo del popolo radunato» (n. 308).

Nel racconto dei Vangeli canonici si omettono i particolari di Gesù morto sulla croce, così dall’osservazione dei dettagli dei Crocifissi possiamo comprenderne i significati, come la postura del corpo, la forma del volto, gli occhi aperti o chiusi, la disposizione delle braccia, delle mani, delle dita; il costato, la presenza e le dimensioni del perizoma e della corona di spine o dell’aureola, la posizione dei piedi, il numero dei chiodi.

Gli esempi di crocifissi che riporto sono stati scelti tra gli innumerevoli sviluppi iconografici che nel tempo hanno interessato questo tema e in particolar modo quelli in cui gli artisti hanno dato valore alla natura umana di Gesù. La progressiva umanizzazione delle figure avvicina la catechesi al popolo e spinge gli artisti a rappresentare i soggetti sempre più in maniera veritiera e credibile; le raffigurazioni non perdono il loro mistero e la loro sacralità, ma appaiono al fedele più vicine alla propria esperienza sensoriale.

 

 

Il Crocifisso che completa il passaggio da un’immagine prettamente iconica a una storica, già avviato in quelli di Giunta Pisano e Cimabue, è il primo dei quattro crocifissi realizzati con certezza da Giotto, quello sagomato e dipinto su tavola alta 5,40 metri tra il 1290 e il 1295, di Santa Maria Novella a Firenze.

 

Il corpo di Cristo non è più arcuato, ma abbassato sotto il proprio peso, le mani semichiuse, viste di scorcio, non bloccate rigidamente dai chiodi, ma delicatamente contratte. Le gambe sono piegate e i piedi uniti, fissati da un solo chiodo, con un rivolo di sangue che sgorga dalle membra di Gesù a ricadere sulla roccia del Golgota, rappresentato nel piede trapezoidale della croce insieme al teschio di Adamo. Anche il capo è completamente libero nello spazio, il ventre gonfio con il chiaroscuro che disegna una volumetria naturale che ritroviamo anche nella muscolatura tesa delle braccia e nei fasci delle ginocchia. Le figure della Vergine e Giovanni Evangelista, cosiddette dolenti, rivolte verso Cristo, isolate alle estremità del braccio trasversale della croce, amplificano lo strazio e personificano il dolore dei fedeli che si identificano in esse.

Qui il particolare del piede trapezoidale: 

 

Nel Rinascimento si riaffaccia l’idea del Cristo glorioso: la bellezza del corpo appeso alla croce suggerisce la natura divina, sottolineata in alcuni casi anche dalla presenza dell’aureola, e la possibilità di superare l’umiliazione di una morte atroce anticipando la Resurrezione.

Tra i crocifissi scolpiti a grandezza naturale tra ilprimo e l’ultimo decennio del Quattrocento fiorentino, quelli di Donatello della Basilica di Sant’Antonio (1444 – 1447) in bronzo, e quello di Santa Maria dei Servi, in legno di pioppo (1443-1445 circa), entrambi a Padova, esprimono in modo esemplare il pensiero umanistico cristiano.

Il Crocifisso bronzeo di Padova ha il corpo robusto e anatomicamente dettagliato, armoniosamente proporzionato, non alterato dal dolore, dalle percosse e dalle piaghe; non pende passivamente dalla croce, bensì si pone di fronte allo spettatore in un atteggiamento eroico che comunica un’impressione di vitalità; singolari le gambe accavallate all’altezza delle caviglie, che creano un effetto più serrato nel contorno. La testa è esattamente in corrispondenza del punto di intersezione delle due travi della croce ed é inclinata a destra con il volto dagli occhi infossati, le palpebre abbassate, la bocca appena socchiusa, che ha appena esalato l’ultimo respiro. Il dolore è come interiorizzato, riassorbito nella classica compostezza del corpo. Nulla può alterare la sua bellezza.

 

 

Quello in legno di pioppo ha il corpo nudo, esile, ma di forte tensione emotiva, resa ancor più evidente dagli occhi gonfi e dalla bocca socchiusa come in un gemito, che coinvolge drammaticamente lo spettatore alle sofferenze di Cristo.

 

Un altro crocifisso significativo anche per il materiale utilizzato, è quello realizzato tra il 1470-80 da Antonio detto del Pollaiolo, che troviamo nella Basilica di San Lorenzo a Firenze:

è costituito da vari strati di sughero uniti tra loro con ganci e spago, con sovrapposto un sottile strato di gesso poi completamente dipinto, che hanno consentito di creare l’espressione del volto in una tragica maschera con zigomi sporgenti, occhi infossati e labbra grosse, chiuse sopra i denti. I materiali leggeri utilizzati per la sua realizzazione sono legati all’uso per cui era previsto: essere trasportato durante le processioni religiose. Anche qui il corpo di Cristo è atletico,cin contrapposizione al volto.

Anche se non vi è alcuna violenta deformazione delle fattezze fisiche, la sofferenza della Passione è percepita comunque su un piano spirituale, nel Crocifisso ligneo policromato (il corpo) stoppa e stucco modellati e policromati (i capelli), scolpito da Michelangelo Buonarroti tra il 1492-93 per la Chiesa di Santo Spirito a Firenze.

La figura di Cristo ha un aspetto giovanile ed efebico, la struttura corporea è tenera e delicata, alcuni dettagli fisici, come i peli del pube e la morbidezza dei capelli marcano un deciso realismo. Il capo inclinato verso la sua spalla destra ha il volto che esprime un dolore intimo e trattenuto. La postura determina una leggera serpentina che imprime otticamente un movimento ascensionale con una leggera torsione del bacino, permettendo di valorizzare anche la visione laterale del Crocifisso.

 

 

Un elemento nuovo aggiunto nel crocifisso lo osserviamo in unopera contemporanea in bronzo, di don Battista Marello, prete e scultore casertano, “Il velo nel tempio”, nella Chiesa Santa Maria della Libera a Marcianise.

In sovrimpressione sulla croce c’è un velo che si rifà a tutti e tre i vangeli sinottici  “Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò.” (Lc 23,45-46) e lo squarcio simboleggia l’apertura definitiva del cielo agli uomini. È un’opera di imponenti proporzioni  (misura 4 metri per 2) collocata in corrispondenza dell’altare che, come un tutt’uno, costituisce il punto focale dell’intera aula; il Cristo, con le braccia distese e con i segni dei chiodi, è vivo e proteso nel manifestare il velo del tempio squarciato.

 

Scompaiono del tutto i dettagli del corpo di Cristo nell’opera, non esposta in una chiesa e non eseguita a fini liturgici (1995-2002) dal titolo TW (I.N.R.I.) di Kendell Geers, artista bianco e attivista sudafricano contro l’apartheid.

 

È un comune crocifisso usato per la devozione religiosa, ma completamente ricoperto con il nastro segnaletico a strisce bianche e rosse normalmente usato nelle strade per indicare i lavori in corso e indurre attenzione. È Cristo che nasconde al mondo le sofferenze del proprio martirio presentandosi con la sintetica e muta immagine del cadavere avvolto e sigillato nel suo sudario, imponendo allo “spettatore” una costante partecipazione del corpo e dello spirito.

 

L’arte di Geers è permeata dal rifiuto delle verità assolute: in ogni concetto è insita un’ambivalenza, un nuovo possibile significato. Nel suo manifesto del 1995, Geers scrisse che “l’arte è l’unica forma legale di trasgressione morale“. Il suo obiettivo è rendere l’arte rilevante, contribuendo al rifacimento della società.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza ETermini di servizio fare domanda a.