Il legame uomo-Dio per i Pink Floyd
Scritto da DARIO COPPOLA.
Il legame uomo-Dio è percepito, e persino “ascoltato”, molto intensamente ma senza consapevolezza piena. I canali preferiti sono indubbiamente quelli inconsci… Anche nella musica e nei testi a noi più cari, laddove meno ce lo possiamo aspettare, c’è un canale che porta a Dio. Fin qui poca meraviglia può destare una tale affermazione. Ma certamente più interessante si fa il discorso se parliamo di musica rock che per generazioni e generazioni si può considerare pane quotidiano (sempre fresco!). Un giorno, senza volerlo, ho suscitato dello stupore in un mio studente facendogli notare che un appiglio del legame uomo-Dio (legame con le origini che, a detta di Lattanzio nelle Divinae Institutiones, IV, 28, dà origine al termine “religione”, cioè da re-ligo) si trova anche rileggendo (da re-lego altro etimo del termine “religione” tratto da Cicerone in De natura deorum, II, 28) i testi dei Pink Floyd! Scettico sino alla dimostrazione, il mio studente ha dovuto esclamare poi l’ormai fatidico “Non ci posso credere!” quando ha rivisto con me testi di Syd Barrett come questi:
“Giove, Saturno […] Nettuno, Titano […]” (da Astronomy Domine) in cui si fa riferimento alla mitologia che costituisce l’antica religione greca. Ma soprattutto: “Gesù sanguina […]” in cui si fa riferimento al Quarto Vangelo (Gv 19, 34): la citazione è tratta da Take up Thy Stethoscope and Walk:
Le citazioni religiose continuano nei testi dei Pink Floyd: in particolare colpiscono i riferimenti al cielo, che evoca il concetto di Regno dei cieli, propriamente matteano, o il Regno di Dio degli altri evangelisti. Inoltre si avverte qui la necessità della preghiera, rimarcata dalle parabole, e della domanda a Dio:
“[…]formulare una domanda al cielo/ O mio Dio saranno tristi per me? […] O Dio qualcosa nel cielo mi attende […] (da Corporal Clegg); “Ora guardo alto verso il cielo […] angelo […] campana […] oh Dio devo starmene a casa […] e poi il cielo si apre su di te” (da Late Night);
Altri versi suggestivi recitano: “Mormoni rubati […] visione magica evocata da lingue di fuoco”(da Burning bridges): qui addirittura troviamo l’immagine lucana della Pentecoste (At 2,2-4).
Tema centrale della Sacra scrittura, nell’Antico Testamento, è quello della terra promessa (fra gli altri passi biblici ricordiamo: Gen 12,1; 23; 1 Re 21; Sal 115, 16) ma anche quello della via giusta che Dio addita ai peccatori (tema ricorrente nei salmi: Sal 1, Sal 25 [24]). I Pink Floyd sono sul pezzo come si suol dire e riprendono proprio questi temi:”Il cielo ha mandato la terra promessa […] via giusta […] perché è l’ora […] un ventre gelido mi soffia nell’anima. Qualcuno ha mandato la terra promessa” (da Wots?… Uh! The Deal).
Abbiamo notato qui anche la citazione del tema giovanneo dell’ora che dalle nozze di Cana (Gv 2) si sviluppa fino alla preghiera di Gesù (Gv 17) e si compie nella sua morte e resurrezione.
Nei testi dei Pink Floyd si possono rinvenire perciò riferimenti mitologici e anche una religiosità fusa con un suggestivo naturalismo che affonda con le sue radici inconsce nelle verdi radure culturali dell’ebraismo cristianizzato.
Basti questo, per ora, fermo restando che il bello deve essere ancora qui letto e riletto…
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- Questo articolo è l’ampliamento per Scrittori di Scrittura di un precedente articolo pubblicato sul Corriere di Torino e della Provincia il 24/02/1996