Il “TE DEUM” di Puccini
Scritto da LORENZO CUFFINI.
Tra poche ore si arriva al giorno di San Silvestro, l’ultimo dell’anno, e in molte chiese, segnatamente quelle cattedrali, verrà come da tradizione intonato il TE DEUM. Questo è l’inno di ringraziamento per eccellenza, cantato in particolari circostanze per ringraziare il Signore: in questo caso, dell’anno appena concluso. Tradizionalmente veniva attribuito a san Cipriano di Cartagine, oggi gli specialisti attribuiscono la redazione finale a Niceta, vescovo di Remesiana (Dacia inferiore) della fine del IV secolo. L’inno si compone, tecnicamente, di tre parti: la prima è una lode trinitaria indirizzata al Padre,la seconda è una lode a Cristo Redentore, l’ultima è un seguito di suppliche e di versetti tratti dal libro dei salmi.
Il Te Deum è stato musicato molte volte nel corso dei secoli: lo hanno fatto Giovanni Pierluigi da Palestrina, de Victoria, Händel, Mendelssohn, Mozart, Haydn e Verdi. Ma un caso tutto particolare merita di essere citato, ed è quello di Giacomo Puccini, che inserisce proprio questo inno nel finale dell’Atto primo di Tosca, facendolo intonare dal coro, in duetto con una parte solista del protagonista Scarpia.
Ora, Tosca è fondamentalmente un cupo melodramma, come tutti i melò nutrito da intrighi , passioni, fatti di sangue. Ma, per la sua stessa ambientazione ( la vicenda si svolge a Roma dopo la caduta della prima Repubblica Romana, il martedì 17 giugno 1800, qualche giorno dopo la battaglia di Marengo) è pervasa da un doppio rimando continuo alla dimensione religiosa: una prima dimensione che potremmo definire di regime, evidentissima da subito, in cui la Roma dei papa re fa da sfondo incombente e pervasivo, con i suoi luoghi, i suoi funzionari, la sua polizia, la sua attività repressiva dell’ attività rivoluzionaria dei “patrioti” sconfitti . Qui il viluppo tra politica e religione è a tal punto intenso, che i simboli della religione cristiana sono al contempo quelli del potere, anzi, dello strapotere della Chiesa-stato. L’altra dimensione, più individuale, è quella di una religiosità popolare e di contesto, più devozionale che di sostanza, un fatto più di abitudine sociale che di fede vera e propria, come la figura del sagrestano, dei ragazzini in chiesa, del popolo che partecipa , ben manifestano. La stessa sensibilità religiosa di Floria Tosca pare perlopiù appuntata su atteggiamenti devoti e fortemente personalistici, e la sua celebre lamentazione “ Vissi d’arte, vissi d’amore, Non feci mai male ad anima viva….nell’ora del dolore perché perché Signore me ne remuneri così” sembra piu’ una ingenua e umanissima protesta di chi è braccato in quel momento dalla vita, che un atto di consapevolezza cristiana compiuto.
(Ascolta a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=jgLQ-9C1H90 )
La commistione inestricabile tra religione e potere, tra luoghi di preghiera e attività poliziesca viene magistralmente espressa nel finale del primo atto, dove Puccini, appunto, inserisce il canto del Te Deum, celebrato in questo caso per ringraziare solennemente Dio per la sconfitta di Bonaparte alla battaglia di Marengo. Il colpo di teatro sta nel fatto che l’inno religioso, che Scarpia, cattivissimo capo della polizia, è venuto a ordinare al sacrista,( si appresti il Te Deum) si sviluppa, mescolandosi a gomitolo, parallelamente al suo luciferino piano repressivo ( l’uno al capestro, l’altra tra le mie braccia) alla gelosia di Tosca appositamente stuzzicata a fini polizieschi, (Va, Tosca!
Nel tuo cor s’annida Scarpia!..), e al crescere della passione divorante che Scarpia sente accendersi nei confronti della donna ( Tosca, mi fai dimenticare Iddio!).
Così, sulla scena e con l’orchestra, fondendo versi sacri e note carnali, tocchi di campana e grida di desiderio, Puccini riesce ad esprimere al nostro udito e alla nostra vista, un intreccio devastante di sentimenti contrastanti, che a leggerli riassunti in prosa, non danno lontanamente l’idea del clima di angoscia e di oppressione, di ansia e di violenza che la sua opera riesce invece a rappresentarci.
Ascolta il Te Deum a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=v50LokytSeI
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- Video tratti dalla Registrazione Rai della “Tosca“ al Teatro alla Scala, 7 Dicembre 2019 – Direttore: Riccardo Chailly – Regia: Davide Livermore – Scarpia : Luca Salsi – Tosca: Anna Netrebko