La Trinità: Tres vidit, unum adoravit.
Scritto da NORMA ALESSIO.
Uno dei fondamentali misteri della fede per i cristiani di ogni tempo è quello di Dio Trinità: un Dio che si rivela unico in tre persone: ciò che neppure può essere immaginato è anche complesso da comunicare attraverso le immagini.
Il dogma trinitario è talmente complesso che comunemente si rinuncia a capire e lo si accetta per fede.
Nelle sacre scritture non si trova il termine “Trinità”, ma troviamo l’annuncio di Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo, fatto da Gesù: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv.10,30); “Chi vede me vede il Padre” (Gv.14,8); “Il Consolatore che il Padre vi manderà nel mio nome…” (Gv.15,26); “In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio” (Gv 1,1); “Andate e battezzate tutte le genti nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt.28,16). Paolo nella lettera ai Corinzi dirà: “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano su tutti voi” (Cor.13,13)
I primi testi espliciti che nominano simultaneamente le tre Persone si trovano nella narrazione del Battesimo del Signore (Mt. 3,13-17; Mc. 1,9-11; Lc. 3,21-22; Gv. 1,32-34). In questi passi, si attesta che Gesù è figlio di Dio in senso reale e pieno, si nomina il Padre, la cui voce risuona dal cielo e appare lo Spirito Santo che discende su Cristo. Qui le tre Persone si manifestano come distinte.
La raffigurazione della SS. Trinità variò molto nel corso dei secoli, diffondendo immagini di tipo simbolico e antropomorfico.
A Castelletto Cervo (BI) nella Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, sono raffigurate ad opera di autore ignoto del XV secolo le Tre Persone, uguali, che con la destra fanno il gesto della benedizione e con la sinistra reggono tre libri aperti; su ciascuno una scritta: talis Pater, talis Filius, talis Spiritus Sanctus. Dinanzi a loro, su una tavola coperta da una bianca tovaglia, sono collocati tre calici uguali, alla cui sommità sono poste tre ostie, con impresse tre piccole croci. Questa rappresentazione trinitaria secondo uno schema orizzontale è la cosiddetta Trinità Eucaristica, vi sono cioè insieme sia il tema trinitario che quello eucaristico, perché attraverso la comunione col corpo e col sangue di Cristo si entra in comunione con Dio e con la Trinità. Essa ha origine nell’episodio biblico in cui Abramo con la moglie Sara accoglie tre misteriosi ospiti alle querce di Mamre e provvede a nutrirli (Gen. 18,1 ss).
Durante il medioevo però la scena comincia a perdere questo riferimento, per diventare, sia in Occidente che in Oriente, una vera e propria rappresentazione trinitaria e le tre figure uguali alludono e rimandano alla triplicazione della figura umana del Cristo.
A Melle (CN) sulla facciata dell’antico ospizio di Carità è dipinta una Trinità del secolo XV, ad opera dei fratelli Biazaci, con la variante in cui le tre persone sorgono da un unica origine, altro tentativo di spiegare il Dio uno e trino.
Nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta ad Armeno, in provincia di Novara, troviamo una delle poche immagini cinquecentesche superstiti della rappresentazione della Trinità come figura umana tricefala, ovvero costituita da un solo corpo e da tre teste, per indicare che in una sola sostanza si manifestano tre volti diversi, che si andò affermando dal secolo XII, ma che in seguito fu censurata perché contraria alla dottrina cattolica.
Tra le rappresentazioni che seguono uno schema verticale c’è il cosiddetto Trono di Grazia, che compare all’inizio del XII secolo, dove sono espressi visivamente i concetti teologici. Questi assurgono a maggiore popolarità e diffusione, anche perché comunicano lo stesso messaggio senza quegli elementi di ambiguità e di incertezza contenuti nella tipologia della Trinità Eucaristica.
Un esempio tra i tanti è a Scarnafigi (CN) nella cappella della Santissima Trinità, un affresco sull’abside della fine del XV secolo attribuito a Pietro da Saluzzo in cui Cristo crocifisso è sorretto dal Padre che alita su di lui lo Spirito Santo sotto forma di colomba.
Il soggetto della Trinità, oltre ad essere raffigurato all’interno delle chiese nel presbiterio al di sopra dell’altare proprio perché rientrante nella liturgia eucaristica, lo si trova sulle facciate di edifici medievali posti su percorsi di pellegrinaggi soprattutto nelle valli cuneesi. Una delle motivazioni della scelta di questo soggetto è da attribuire alla volontà di incrementare la fede trinitaria ed eucaristica del popolo e non per ultima devozionale, con intento catechetico e pedagogico delle immagini usate.
Interessantissime informazioni sullo studio della Trinità tricefala che inserisco nella Guida Italia/Svizzera “Muri d’autore tra sacro e profano”.
Tutte le notizie afferenti le pubblicheremo con piacere.
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