Lascia che ti guardi
Scritto da LORENZO CUFFINI.
“Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto.”
Queste parole, del salmo 27, torneranno ad aleggiare su Torino in questo caldo e tormentato inizio di luglio del 2022. Il desiderio appassionato di “vedere” l’invisibile, di conoscere il cuore del mistero è in un certo senso di casa qua, nella città che custodisce la Sindone con la sua immagine misteriosa quanto potente ed evocativa. Proprio intorno al Lenzuolo si comporrà uno dei momenti del pellegrinaggio dei giovani di tutta Europa che stanno per giungere per l’incontro guidato dalla Comunità di Taizé. In una specifica serata, al termine di un cammino che sarà fisico e spirituale, ci sarà il raccoglimento intorno alla reliquia per eccellenza: la contemplazione straordinaria.
In contemporanea e con l’occasione, la Pinacoteca della Accademia Albertina ha organizzato, a partire dagli stessi giorni, Volti nel Volto, una mostra/workshop per approfondire il tema del volto di Cristo nell’arte. Con la possibilità di visitare tesori solitamente inaccessibili al pubblico, in un percorso sulla storia dell’arte e della spiritualità. “Minuziosi dipinti rinascimentali e caravaggeschi, preziosi disegni gaudenziani solitamente non esposti al pubblico e affascinanti allestimenti multimediali sono gli ingredienti del progetto. Non si tratta solo di una mostra, ma si pone l’obiettivo di accogliere il pubblico nella dimensione di un laboratorio artistico.” http://www.pinacotecalbertina.it/volti-nel-volto-dal-7-luglio/?fbclid=IwAR1Jx4KAgYwFR6daKAmtxS8v7cWzXxC4yg0kkF-0AuvVYXLplkd8CcTbkBo
In questo stesso periodo, a Palazzo Madama, viene esposta la pala d’altare di Ugo da Carpi con la Veronica che dispiega il velo del Volto Santo tra gli Apostoli Pietro e Paolo – un’opera di straordinaria importanza per arte e fede. “Si tratta di una tavola “fatta senza pennello”, come è scritto dall’autore accanto alla firma e come riferisce Giorgio Vasari che la vide in San Pietro insieme a Michelangelo. Quella di Ugo da Carpi “intagliatore” fu una sperimentazione audace, ingegnosa e senza precedenti che nessuno ebbe in seguito l’ardire di ripetere; un’opera unica nel suo genere perché eseguita non con l’arte della pittura, ma con la tecnica della stampa a matrici sovrapposte.” https://www.palazzomadamatorino.it/it/eventi-e-mostre/da-san-pietro-vaticano-la-tavola-di-ugo-da-carpi-l%E2%80%99altare-del-volto-santo
Basterebbe dunque questo inizio di luglio torinese a dimostrare e a ricordarci come il volto del Signore resti questione di interesse al contempo spirituale, storico, artistico e culturale. Il fatto è che in assenza di elementi forniti dai Vangeli, l’aspetto fisico di Gesù è il primo ambito, e il più sensibile anche, in cui si è da sempre esercitata una particolare forma di riscrittura della Parola di Dio: quella che si sforza di riempire i vuoti della narrazione, si ingegna a immaginare i non detti, si adopera per illuminare le zone restate in ombra. Non si tratta “soltanto” di curiosità, e nemmeno “soltanto” di struggimento emotivo: entrambi restano inappagati dalla Scrittura, e quindi entrambi sono giustificati nel credente. Il cristianesimo non è la religione della incarnazione? C’è una compromissione totale di Dio, puro spirito per definizione , con la fisicità specificamente umana, con il corpo, il sangue, la carne, le membra: dunque è lecito, naturale e giusto NON liquidare come questione da poco conto l’interesse per il volto ( e il corpo) di Gesù. Per dirla con Papa Francesco: ” Possiamo parlare di umanesimo solamente a partire dalla centralità di Gesù, scoprendo in Lui i tratti del volto autentico dell’uomo. È la contemplazione del volto di Gesù morto e risorto che ricompone la nostra umanità, anche di quella frammentata per le fatiche della vita, o segnata dal peccato. Non dobbiamo addomesticare la potenza del volto di Gesù. Il volto è l’immagine della sua trascendenza. È il misericordiae vultus. Lasciamoci guardare da Lui. Gesù è il nostro umanesimo. Facciamoci inquietare sempre dalla sua domanda: «Voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15). (FIRENZE – Cattedrale – 10.11.2015 – h. 10.00 Incontro con i Rappresentanti del Convegno Nazionale della Chiesa italiana Discorso del Santo Padre).
Per aggiungere altra carne al fuoco delle considerazioni, si potrebbe ricordare che Torino è una delle città “storiche”del cinema, a livello internazionale, e che la settima arte, qui molto ben raccontata dal Museo del Cinema, fin dai suoi albori, si è proiettata sul tentativo di rappresentare visivamente il Cristo: quasi per vocazione naturale. Lo ha fatto in tutti i modi possibili. e secondo tutti i generi praticabili. Poche cose come i volti cinematografici del Cristo sono in grado, da soli, di spiegare la filosofia , la finalità o le motivazioni di una riscrittura. In altre parole: dimmi che volto dai a Gesù, e ti dirò che Gesù mi vuoi raccontare.
https://www.vaticannews.va/it/mondo/news/2018-03/la-sindone-in-3d.html
Infine proprio da Torino, da lunga data luogo di tecnologie applicate , alla reliquia fisica del sacro lino si è andata affiancando la ricerca su modi nuovi di studio, analisi e creazione di immagini costruite a partire da quella della Sindone. Questo è un capitolo che ci ha portato risultati suggestivi e visivamente impressionanti. Iniziando dalle fotografie storiche di Secondo Pia, che rivelarono la incredibile natura dell’immagine “al negativo” e ce ne permisero una visione – secondo questa modalità- enormemente più incisiva e penetrante, fino ad arrivare al tridimensionale, che ci ha consentito di avere figure virtuali in 3d , a partire da quella materiale del lenzuolo. Tutti questi risultati possono essere di varia interpretazione scientifica ma tutti – è questo che qui ci interessa –stanno lì, a confermare e a riscrivere il verso del salmista: il tuo volto, Signore, io cerco. E’ come se da duemila anni l’uomo dicesse: lo cerco; e con l’arte, la tecnica, la ricerca, l’archeologia, la speranza della fede, faccio di tutto per trovarlo, e rappresentarlo e scriverlo e riscriverlo.
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- In copertina: Particolare del Cristo Velato, Napoli, Musei Cappella SanSevero
- Il video finale è Who is this broken man?, tratto da Jesus Christ Superstar.