Lavanda pop
Scritto da MARIA NISII.
DI PIEDE IN PIEDE (8).
Death Note è un manga e poi una serie televisiva a puntate in onda nel 2006. Ambientata in Giappone, la storia racconta come il suo protagonista, Light, uno studente modello, venga in possesso di un Death Note, lasciato volutamente cadere dal dio della morte Ryuk. Se la molla dell’azione è per entrambi la noia (Light è annoiato da tutto quanto lo circonda, oltre a essere stanco di vivere in una società pervasa dal crimine; Ryuk vive in una specie di limbo infernale senza diversivi), il misterioso quaderno cambia per sempre la vita di Light non appena egli ne scopre i poteri, ovvero uccidere l’umano di cui sia stato scritto il nome sul quaderno. Così facendo, in breve tempo, il ragazzo elimina un gran numero di delinquenti, avvinto dal delirio di onnipotenza di fare vera giustizia.
Ovviamente la polizia prova in ogni modo a cercare il colpevole di tale mattanza, ma Light è astuto e, operando a distanza, il suo “lavoro” non lascia tracce. Le forze dell’ordine chiedono così l’aiuto di un altro giovane geniale, Elle, un detective privato dai tratti non casualmente opposti a quelli di Light. I due finiranno col collaborare per catturare il misterioso assassino di malfattori, sempre più consapevoli di star combattendo una battaglia contro il proprio alter-ego.
La serie è a tal punto ricca di riferimenti religiosi e cristiani da suscitare non poco sconcerto. A partire dalla sigla con l’onnipresente simbolo della mela, vera e propria tentazione al male offerta a Light dal dio della morte nell’icona michelangiolesca della creazione di Adamo.
I riferimenti proseguono con l’immagine della pietà, il Kyrie Eleison all’inizio del primo episodio e così via.
Quasi a conclusione della prima serie arriva poi una delle sequenze più stupefacenti. Fuori imperversa una pioggia furiosa come un diluvio: Light sorprende Elle sotto la pioggia, il quale dice di trovarsi lì per sentire il suono delle campane. Stranamente però Light non sente nulla. A quel punto Elle gli chiede, scrutandolo con grande attenzione: “Dimmi una cosa. Dal giorno in cui sei nato, hai mai detto una sola volta la verità?”
Poco dopo i due rientrano nella casa-ufficio in cui lavorano e, senza una ragione, Elle si offre di asciugare i piedi bagnati di Light. Il gesto è inatteso ed evidentemente imbarazzante per colui che riceve tale cura. Presto si scoprirà che, come gli altri riferimenti biblici, ha voluto rivelare quanto accadrà a breve. Elle ha infatti appena finito di lavare i piedi al suo Giuda.
Perché inserire così tanti richiami alla tradizione cristiana da parte di una casa di animazione giapponese, che possiede una ricca mitologia, non è di immediata comprensione. Forse il fascino che la cultura occidentale continua a esercitare anche fuori dai propri confini, forse la facile riconoscibilità delle icone adottate. Quello che si nota è che le divinità della morte, di tradizione estranea al cristianesimo, sono accostate in modo decisamente problematico alle immagini occidentali del divino. Sincretismo?
Il richiamo all’episodio evangelico viene assunto dal personaggio di Elle, in un momento in cui egli ha a sua volta compreso di essere prossimo alla morte. La scelta di questo gesto è però tanto più inattesa, in quanto nulla di ciò che ha caratterizzato fino a quel momento la relazione tra i due possiede i tratti della carità o dell’attenzione amorevole all’altro. Al contrario si è trattato di un rapporto falsamente amichevole, in cui ciascuno ha giocato un ruolo funzionale alla vittoria della propria idea di giustizia. Che Elle, il giudice buono, lavi i piedi a Light, il giustiziere, non può non offrire un’immagine di giustizia ammantata di luce divina, per quanto possa risultare provvisoriamente sconfitta. E la cosa funziona.