L’unica culla dello straordinario è l’ordinario. Nazareth

23 Dicembre 2023Lorenzo Cuffini

Scritto da MARIA NISII.

 

“Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?

Mi pongo la stessa domanda che si è posto un tempo Natanaele.

“Da Nazareth può mai venire qualcosa di buono?” si chiedeva quell’essere colto del I secolo quando gli parlavano del Messia della Galilea. Stando al Vangelo secondo Giovanni, Natanaele era stupito che il Figlio di Dio si manifestasse in un posto simile.

All’epoca Nazareth era un villaggio inerpicato su una collina, senza strade pavimentate, in cui duecento analfabeti vivevano in tuguri abbarbicati alle rocce insieme ai loro animali. La vita era cadenzata dai compiti quotidiani come trasportare l’acqua, pulire, pelare le verdure e cucinare, dalle stagioni, dalle esigenze dei campi e dalla cura del bestiame, mentre una manciata di artigiani fabbricava vasellame, tessuti oppure mobili, come un certo Giuseppe. Una minuscola sinagoga ospitava i due soli individui in grado di leggere, scrivere e trasmettere i rudimenti della religione ai bambini del posto, tra cui Gesù.

Oggi la città di Nazareth, situata ancora a quattrocento metri di quota, si è ingrandita e allargata, ma conserva identico un profumo di ordinarietà. Tra le esalazioni di benzina e gli effluvi unti dei fast food, tra lo scoppiettio dei motorini e i clacson delle macchine, tra la musica leggera internazionale vomitata dalle automobili e il folklore turistico che alimenta i negozi di souvenir, Nazareth è uguale a mille altri borghi. Ho percorso migliaia di chilometri per trovare la banalità.

Ci rimango male? No, ricevo la mia prima lezione: l’unica culla dello straordinario è l’ordinario.” (Eric-Emmanuel Schmitt, La sfida di Gerusalemme. Un viaggio in terra santa, p. 27)

 

 

Schmitt ha raccontato la storia del suo viaggio in Terrasanta a Torino Spiritualità, sebbene purtroppo a distanza, in un cinema Massimo pieno:

https://www.youtube.com/watch?v=uG50QqU50jc

E il brano sopra riportato introduce il lettore al suo arrivo a Nazareth che, come le altre pagine di questo diario di viaggio,è una raccolta di sensazioni, incontri e ricerche. Chi le scrive si rivela, come oggi ci stiamo oramai abituando con l’auto-fiction. Ma in tempo di Avvento, mi pare che questa pagina dica soprattutto bene lo spirito natalizio che ha spesso attraversato le pagine del blog sul tema. E per questo rimando al precedente pezzo su Nazareth:

https://scrittoridiscrittura.it/senza-categoria/nazaret-follia-di-dio

 

Con i migliori auguri di un felice Natale (nelle nostre più ordinarie Nazareth)!

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  • In copertina: Juan del Castillo, Sagrada familia (1635-6)

 

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