Noli me tangere! ( ….o no?)
Scritto da GIAN LUCA CARREGA.
Ogni tanto dovremmo interrogarci sull’origine dei nostri stereotipi e magari potremmo scoprire che a volte basta davvero poco per far nascere una tradizione. Ho provato a fare un’indagine veloce sul tema pittorico dell’incontro di Maria Maddalena col Cristo Risorto, un soggetto che ha conosciuto una certa fortuna nelle arti figurative.
Come prevedevo, la quasi totalità degli artisti mette una certa distanza tra Gesù e la donna. A volte la luce tra le due figure è notevole (come nel caso di Giotto), a volte la mano di Maria è più audace e arriva quasi a sfiorarlo (Tiziano). La negazione del tocco risponde bene al tema come fu diffuso nel suo titolo latino: noli me tangere, non mi toccare.
Ma il punto sta proprio qui, nella traduzione che Gerolamo ha effettuato dal testo greco e che in questo caso non è particolarmente felice. Il testo greco di Gv 20,17 dice me aptou, composto da una negazione (me) e dal verbo aptomai (toccare). Ma ciò che Gerolamo non ha considerato è che l’imperativo presente indica di solito un’azione continuata, non puntuale. Perciò in questo caso Gesù non intende proibire a Maria di toccarlo, ma le comanda di smettere di toccarlo. Per questo la traduzione della CEI (“non mi trattenere”) è sostanzialmente corretta, interpretando il senso dell’ordine di Gesù.
Il contesto, poi, va chiaramente in questa direzione: il fatto che Gesù non sia ancora salito al Padre pare più consono al rifiuto di essere trattenuto che non semplicemente toccato. Ma vorrei aggiungere che qui abbiamo a che fare con una questione che ha anche risvolti teologici. Il divieto del tocco si orienta verso la sottolineatura della trascendenza di Gesù, quasi che nei confronti del corpo risorto siano vietati quei gesti che prima erano concessi. Ammettere, invece, che Maria avesse abbracciato Gesù e che solo il prolungarsi di queste effusioni sia stato giudicato un impedimento da rimuovere è in linea con la difesa di una risurrezione di Gesù col suo vero corpo, ribadita ad esempio dalla scena in cui Gesù chiede di avere del pesce da mangiare per confermare che possiede un corpo reale e non si tratta di un fantasma (Lc 24,41). Gli evangelisti furono sostenitori di una risurrezione reale, non spirituale, perciò anche questi dettagli possono avere la loro importanza.