Per amore Mark trafigge il drago

24 Luglio 2021Lorenzo Cuffini

Scritto da  DARIO COPPOLA.

 

“La campana della chiesa lancia il suo richiamo cercando/ di raccogliere un po’ di gente per il Vespro/ Nessuno si lascia attrarre dai suoi rintocchi”

(da Lions)

 

È indubbio il riferimento religioso, in queste parole tratte da una canzone dei Dire Straits, che anticipa il tema, poi sviluppato in Tunnel of Love, della ricerca dell’altro, in questo caso la ricerca di un giovane uomo da parte di una giovane donna nel contesto dell’amore.

L’ambientazione del testo citato è suggestiva e, soprattutto, è religiosa:

sullo sfondo c’è quella preghiera che l’uomo rivolge a Dio Padre, attraverso l’orazione incessante del Cristo mediatore, nello Spirito Santo che unisce tutto e tutti col suo amore;

c’è quella preghiera che la Chiesa pronuncia di ora in ora in ogni parte della terra, per la santificazione del tempo e dello spazio, e che oggi è chiamata Liturgia delle Ore.

Nel testo di Lions dei Dire Straits campeggia, fra le ore della giornata, quella suggestiva del crepuscolo, il momento blu del vespro quando non si sa, se guardiamo solo il cielo, in quale momento della giornata ci troviamo. I Vespri, nella liturgia quotidiana della Chiesa, sono una preghiera per ringraziare il Signore del tempo, della giornata trascorsa; un’orazione fatta di inni, salmi, cantici e intercessioni, che si conclude con il Magnificat (Cantico della Beata Vergine Maria) e, talora, con un’antifona mariana, cioè rivolta alla Madonna.

Anche nei testi dei Dire Straits ricorre spesso l’evocazione della Madonna:

“Santa Maria, i tuoi figli vengono massacrati/ E qualcuna di voi madri dovrebbe rinchiudere le proprie figlie/ Chi protegge gli innocenti?”.

(da Once upon a time in the West)

 

E in Lady Writer:

“Proprio nel modo in cui i capelli le incorniciavano il viso/ E ricordo come ho perso la grazia di Dio/ In un altro tempo, in un altro luogo”.

 

In questa canzone, utilizzata dalla TV come sigla di un programma dedicato alle scrittrici, Knopfler parla di un sua ex ragazza e dice:

“La scrittrice alla televisione/ Parla della Vergine Maria/ Mi faceva venire in mente te/ Speranze lasciate in sospeso aspettando un sì”…”Parla della Vergine Maria/ Sai che parlo di te e di me/ E della scrittrice della televisione”.

In Communiqué il contenuto testuale è misterioso: non si sa se si parla del genere umano o di Mark Knopfler stesso:

“Vogliono avere una dichiarazione per amor del Cielo”.

In Angel of Mercy, testo che contiene tematiche semplici sia pure prese fra l’amore, la teologia e la mitologia, leggiamo:

“Angelo misericordioso, lascia che il tuo cuore guidi la ragione/ Non voglio i tuoi soldi, voglio te invece/ Non ho bisogno di un rifiuto, no/ Angelo misericordioso, stasera fammi toccare il paradiso”.

E’ chiaro che Mark si rivolga ancora una volta a una donna della quale è innamorato; certamente l’immagine è misticheggiante: l’Angelo richiama anche l’elemento femminile se lo leghiamo all’annunciazione dell’arcangelo Gabriele a Maria;

si parla anche di misericordia: questo concetto dell’amore misericordioso è mistico e consiste nel rivolgere i cuori verso i miseri, quei poveri, tanto cari a san Luca, autore del terzo evangelo, in cui è contenuto proprio il Magnificat (Lc 1,48-55), che già citavamo a proposito dei Vespri. Nelle parole di Maria compaiono temi già espressi nel Primo Testamento (l’Antico), ad esempio nei Salmi e nel Cantico di Anna, che si trova nel Primo libro di Samuele (1Sam 2,1-10), ove ci si riferisce proprio ai poveri, agli umili.

In un’altra canzone già citata, Angel of Mercy, troviamo alcuni temi che evocano, ancora una volta, il Salmo 22 (23), notissimo per il suo incipit, nei cui versi finali si parla di una ricompensa che consiste nella felicità e nella grazia:

“Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;/ su pascoli erbosi mi fa riposare,/ ad acque tranquille mi conduce./ Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome […]. Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici;/ cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca./ Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,/ e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni”.

Sempre in questa canzone dei Dire Straits è evocata anche l’immagine del drago, icona della mitologia cananea: i draghi compaiono pure nei salmi: “Tu con potenza hai diviso il mare/ hai spezzato la testa dei draghi sulle acque” dal Salmo 73 (74); “Camminerai su aspidi e vipere/ schiaccerai leoni e draghi” dal Salmo 90 (91).

 

Il drago non è solo presente nella mitologia ebraica ma anche in quella cristiana. E’ noto il mito di san Giorgio, tratto dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, nel quale si narra di un drago, che stava in uno stagno di Selem in Libia, il quale minacciava gli abitanti che per calmarlo quotidianamente lo cibavano con le loro pecore; in mancanza di bestiame, gli furono dati in pasto dei giovani finché, un giorno, fu estratta fra essi Silene, figlia del re, il quale offrì tutti i suoi averi per risparmiarla alla morte, suscitando nel popolo la ribellione; allora il re si rassegnò e Silene fu condotta al supplizio. San Giorgio era un eroico cavaliere che, passando presso lo stagno, venne a conoscenza della storia e si offrì per difendere Silene: egli trafisse con la sua lancia il drago, al collo del quale pregò la principessa di legargli la sua cintura ed entrambi lo portarono, come fosse un cane, a Selem. Giorgio placò quindi gli spaventati abitanti dicendo che in cambio della loro conversione, che ottenne subito, avrebbe ucciso il drago che fu così sacrificato e trascinato fuori da otto buoi.

Torniamo ad Angel of Mercy dei Dire Straits:

“Bene, c’è una luna da Peter Pan, che è la delizia del pastore/ Ho affrontato il drago a mezzogiorno, sì e ho vinto il combattimento/ Ora voglio la mia ricompensa stasera in paradiso, come mi hai promesso/ Angelo misericordioso, non c’è bisogno di allarmarsi/ Il cavaliere nella sua armatura vuole una notte tra le tue braccia/ Sai che è sincero […] Angelo misericordioso, angelo di delizia, dammi la mia ricompensa stasera in paradiso/ E se smetterò di usare la mia spada, non mi lascerai fare ciò che è giusto/ Dolce angelo?”

Non può non affiorare alle nostre menti la leggenda di san Giorgio e il drago, scorrendo anche i testi di Knopfler certamente dedicati, ancora una volta, alla sua principessa.

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