Procede e irrompe

27 Maggio 2023Lorenzo Cuffini

Scritto da  LORENZO CUFFINI.

 

Riscrittura di Pentecoste

 

Lo Spirito Santo è come un vento forte e libero, cioè ci porta forza e ci porta libertà: vento forte e libero. Non si può controllare, fermare, né misurare; e nemmeno prevederne la direzione. Non si lascia inquadrare nelle nostre esigenze umane – noi cerchiamo sempre di inquadrare le cose –, non si lascia inquadrare nei nostri schemi e nei nostri pregiudizi. Lo Spirito procede da Dio Padre e dal suo Figlio Gesù Cristo e irrompe sulla Chiesa, irrompe su ciascuno di noi, dando vita alle nostre menti e ai nostri cuori. Come dice il Credo: «È Signore e dà la vita» (Papa Francesco, Regina Coeli del 23 maggio 2021).

 

Già: noi cerchiamo sempre di inquadrare le cose. Comprese le cose della Fede.

A tal punto che, consciamente o no, cerchiamo a modo nostro di farle quadrare con la nostra  propria visione .

Per questo lo Spirito, resta per noi misterioso, poco conosciuto, quello che maggiormente sfugge alla nostra esigenza di un rapporto diretto e personale: non riusciamo a inquadrarlo nei nostri schemi e nei nostri pregiudizi. A rappresentarcelo in qualche modo.

Se ci pensiamo, ciascuno di noi, a partire dalla Fede e  dai Vangeli,  si fa una sua idea, una sua immagine di Dio e di Gesù Cristo: ne addomestichiamo i tratti e li personalizziamo. Ma con lo Spirito, la musica cambia.

Impossibile domarlo. Non si può controllare, fermare, né misurare; e nemmeno prevederne la direzione. C’è in Lui qalcosa di irriducibile e di selvaggio, e se proprio dobbiamo utilizzare una categoria che ce ne faccia intuire la sostanza, sembra essere quella delle forze primigenie della natura. Lo Spirito  procede e irrompe: due verbi che non ci sono familiari, per nulla. Sanno di potenza libera e assoluta. E’ Signore e dà la vita  dice il Credo.

 

L’economia dell’alleanza nuova ed eterna ha come protagonista lo Spirito santo, il quale rende i credenti atti a ricevere l’eredità di Gesù, la porta a compimento, le conferisce pienezza. E necessario riconoscerlo in ciascuno di noi, nella chiesa, nell’umanità, nella storia, perché è lui lo Spirito creatore, lo Spirito di profezia che conduce al discernimento della parola di Dio nella parola umana, lo Spirito di resurrezione che sempre sprigiona energie capaci di vincere il potere della morte. La via maestra per accostare le epifanie dello Spirito santo consiste nell’esplorare le tracce lasciate dallo Spirito nella Scrittura. Come è stato compagno inseparabile di Cristo in tutta la sua vita, così lo Spirito è costantemente all’opera nel cuore del credente; egli ci accompagna e ci soccorre nelle nostre insufficienze con amore fedele, ci risolleva dalle nostre cadute. Vero maestro interiore, lo Spirito inizia il cristiano all’ascolto della parola di Dio e plasma in lui il suo volto sempre diverso, sempre nuovo.

Ma come parlare dello Spirito senza imprigionarlo nelle nostre povere parole? Gesù ha detto di lui: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va” (Gv 3,8); dello Spirito dunque il cristiano può fare esperienza, ma se tenta di parlarne, le parole vengono meno. Tuttavia è necessario riconoscerlo.” ( Enzo Bianchi, cfr: https://www.qiqajon.it/libro/8032275000494)

Riconoscerlo. Invocarlo. Pregarlo. Come la Chiesa ci insegna  con il Veni Creator . Poi, puo’ capitare di imbatterti in questo:

 

 

No, nessuna preghiera, e nessun testo teologico. Solo una traduzione di “You’re simply the best“, il brano iconico di TINA TURNER.  Che parla, naturalmente, di tutt’altro. Eppure, all’orecchio del credente, queste parole riescono ad evocare un riflesso dello Spirito che irrompe. Nessuno si scandalizzi per questa piccola domanda conclusiva: ma se lo Spirito è libero e soffia dove vuole, perché non potrebbe  regalarmi una folata inaspettata e gagliarda  dalle note e dalla voce graffiata di Lovely Tina?

(La vignetta è di GIOBA, alias don Giovanni Berti.)

 

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2 pensieri riguardo “Procede e irrompe”

  1. Se lo Spirito Santo è amore credo che possiamo rivolgerci a Lui con le parole umane di un/a innamorato/a. Non sarà che lo Spirito si commuoverà per delle parole che vengono dal cuore invece delle altisonanti parole della liturgia?

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