Vasco e Pietro

27 Luglio 2019Lorenzo Cuffini

 

Riscritture inconsapevoli (1).

Riscritture inconsapevoli” , ovvero una  piccola raccolta estiva ed estemporanea di canzoni: scritte dai loro autori  per motivi e contesti tutti diversi, eppure in grado di rappresentare, almeno a qualche orecchio, un pezzo di Scrittura, che si riscopre lì dentro, come inconsapevolmente richiamata.

 

 

Gesù  fissa Pietro,  nella notte del suo triplice rinnegamento

Lc 22,56-62

“ Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui».  Ma lui negò dicendo: «Donna, non lo conosco!».  Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!».  Passata circa un’ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo».  Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò.  Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte».  E, uscito, pianse amaramente.

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Ancora adesso che sono vecchio, consumato e stanco, ancora adesso che sento vicina a realizzarsi la tua profezia, ancora  adesso che sto per stendere le mie braccia e farmi prendere da qualcuno che mi porterà dove io non voglio, ancora adesso, e tutti i giorni, e tutte l’albe, e nottate intere, ancora adesso io penso a quel tuo sguardo.

Quello sguardo: tu sai quale.  Mi hai guardato un mucchio di volte, nei nostri anni insieme. Lo sai? Potrei raccontartele tutte, in fila, ad una ad una. E cento, mille volte di più ti ho guardato io,  in tutti modi e in tutte le occasioni. Tu lo sai, Rabbi: meno ti capivo, e più ti guardavo. Meno sapevo e più intuivo. Più vacillavo e piu’ m’avvicinavo.

No. Io non parlo di tutti quei momenti, di tutti “i nostri” sguardi.

Quando chiudo gli occhi, lo sguardo che rivedo in mente e me li fa riaprire, è quel tuo sguardo. Quella notte, fuori la corte di Caifa. Davanti a  quel fuoco, a quelle domande. Davanti alla paura che mi aveva preso: ero solo più paura. E allora, giu’ a negare, giu’  a imprecare,  giu’ a spergiurare. Una cosa sola in testa: scappare, salvarmi, via da lì.  E poi il canto del gallo, maledetto.

Quella notte, insomma. Quel tuo  sguardo.

Fosse  stata di condanna, quell’occhiata . Fosse stata di giudizio. Mi avessi chiamato satana, come quell’altra volta. Mi avessi rimproverato, come poco prima, quando avevo messo mano alla spada! Pietro!!! Niente, invece, niente. Non mi hai chiamato, non mi hai parlato, non mi hai giudicato. Niente.

Mi hai guardato.

I tuoi occhi, me li sento ancora piantati dentro ai miei, come quella notte,  prima che io scappassi pieno di dolore, di terrore, e poi di schifo, di amarezza e rabbia, e di un rimorso sofferente e  arido. Quegli occhi, semplicemente, sapevano. Ed era come se me lo stessero dicendo: guarda che io so. Guarda che lo so, che gli occhi che hai non sono sinceri: non lo sono mai. Neanche quando ti svegli.  Io ci soffro, e  anche spesso, ma tanto le cose non cambieranno. Comunque io sono qui, ci tengo che tu lo sappia.  Io, comunque, voglio restare insieme a te. Ad ogni costo, Ad ogni costo.

Io scappavo, tu no. Io, pensavo a prendermi  la libertà e la vita, tu no. Ma eri tu,  che ancora una volta e per sempre, salvavi me. Io ti abbandonavo, ed eri tu a volere restare con me. Ad ogni costo. Ad ogni costo.  Con quel tuo sguardo, che sapeva e conosceva tutto di me, mi ricordavi le cose che io ti avevo dette, e ridette, e avevo insistito a dire. Solo poco prima, in quella stessa notte, mentre noi eravamo  in cammino verso l’Orto. Ti avevo detto qualcosa del tipo:  Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò.. Se anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò . Ancora adesso, a ripensarci, ci sto male. Ci credevo, in quel momento. Pensavo di essere sincero, in quel momento. Di essere per davvero pronto a morire : per te e con te. Tu, la mia vita nuova, Tu la mia vita vera,Tu la mia vita.  Ma le tue parole prima, e quel tuo sguardo dopo, mi parlavano proprio di questo: di quanto non fosse vero. Guarda che lo so: non è vero. Guarda che lo so: non sei sincero.  E non  per scacciarmi, per allontanarmi, per maledirmi. No:  tu volevi che io sapessi, che io sapessi che tu sapevi che ti avrei abbandonato, e che comunque saresti  rimasto tu con me, ad ogni costo.

Bene. Anche io, da quella notte, ci tengo a dirti qualche cosa. Il tuo sguardo salva. Il tuo sguardo dice. Il tuo sguardo libera. Il pianto. La solitudine. La consapevolezza . Quel tuo sguardo, da allora,  è con me in ogni momento e per sempre. Adesso so molte cose più di prima, e ne capisco molte, molte meno ancora. Ma c’è quel tuo sguardo che mi conosce  e mi ama . Quello è la mia forza unica , è stata da allora la mia ragione di essere, continua ad essere la mia giustificazione , è il mio Dna , è il mio mandato ultimo. E’ la speranza che mi anima e mi da qualche poca forza, adesso che le sto finendo tutte. Non ci fosse stato, quel  tuo sguardo,  sarei finito magari a penzolare dal ramo come quel poveraccio di Giuda. Se non avessi avuto  quel tuo  sguardo addosso, in quale  modo avrei mai potuto tollerare la memoria della mia enfasi nel proclamarti Messia, il Figlio del Dio vivente, e la mia nullità codarda nello scappare davanti al dito puntato di una serva pettegola e cocciuta? Tu mi avevi chiamato Cefa, io ero la tua pietra,  e io , senza quel tuo sguardo, magari quella pietra me la sarei legata al collo e me se sarei andato a inabissarmi nel mio orgoglio ferito a morte (certa).

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“Ad ogni costo” 

 di Vasco Rossi

Guarda che lo so
Che gli occhi che hai
Non son sinceri
Sinceri mai
Neanche quando ti svegli
Na na na
Tanto è lo stesso
Soffro anche spesso
Ma sono qui
Amo dirtelo
Voglio restare insieme a te
Ad ogni costo, Ad ogni costo

Guarda che lo so
Mi tradirai
Io ti conosco
E lo farai
Anche senza rispetto
Na na na
Tanto è lo stesso
Soffro anche spesso
Ma sono qui
Amo dirtelo
Voglio restare insieme a te
Ad ogni costo, Ad ogni costo.

 

 

 

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  • Ad ogni costo è un singolo di Vasco Rossi, fatto uscire in vista del Tour Europe indoor. È stato trasmesso nelle radio a partire dal 25 settembre 2009 Il brano è basato sulla musica di Creep, singolo del 1992 dei Radiohead.

 

 

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