Senza capo né coda
Scritto da GIAN LUCA CARREGA
Una delle caratteristiche più lampanti che contraddistingue i vangeli canonici è il loro dipanarsi lungo una trama. Noi tendiamo a dare per scontata questa particolarità, ma in realtà esistono vangeli che non presentano alcuno sviluppo lineare drammatico, ad esempio il Vangelo copto di Tommaso, perciò la scelta degli evangelisti canonici di dare al loro racconto una forma biografica è un elemento rilevante. Il problema, semmai, sarebbe cercare di definire cosa sia una trama, perché su questo non c’è affatto accordo tra gli studiosi.
Semplificando molto le cose, potremmo dire che la trama è una sequenza di eventi legati tra loro da nessi causali e temporali. Perché una trama funzioni occorre una certa logica. Questo non significa che tutti gli eventi che sono descritti nel racconto siano funzionali all’obiettivo finale della narrazione (ci possono essere molte digressioni che arricchiscono il racconto), ma se l’intreccio risulta troppo dispersivo, il lettore non sa più che pesci pigliare. E anche a livello temporale si possono concedere deroghe allo sviluppo progressivo ordinario, ad esempio con la tecnica del flash-back e quella del flash-forward che ci riportano indietro a fatti precedenti o anticipano quelli futuri, ma anche qui occorre coerenza, perché un personaggio di cui viene annunciata o descritta la morte non può presentarsi vivo in una scena successiva, salvo qualche artificio apposito.
La trama dei vangeli canonici è piuttosto semplice, totalmente imperniata sulle vicende del personaggio centrale, Gesù, che costituisce il motore della trama ed è ordinariamente il protagonista degli eventi riportati e il locutore dei discorsi riferiti. I vangeli possono considerati in senso ampio delle trame di opposizione (mettono in scena il conflitto tra Gesù e i suoi oppositori) che vengono risolte con la vittoria finale di Gesù, che nonostante l’apparente sconfitta sulla croce, viene risuscitato e rende vano lo sforzo dei suoi nemici di eliminarlo. Ma al tempo stesso sono anche delle trame di rivelazione perché fanno comprendere al lettore la vera identità del protagonista, su cui esistono diverse opinioni ma che saranno verificate solo al momento finale, quando Gesù viene riconosciuto come Figlio di Dio.
Se questo è l’impianto generale dei vangeli, ne deriva che essi raggiungono lo scopo pieno della loro narrazione solo nell’insieme della vicenda. Una singola pagina di vangelo può essere evocativa e ricca di suggestioni, ma non contiene in sé tutto il messaggio. E qui sorge una difficoltà considerevole per la nostra cultura italiana, dove la conoscenza dei vangeli è affidata perlopiù alla proclamazione che ne viene fatta nelle Messe domenicali. La lettura episodica che avviene ogni domenica nella Messa festiva risponde alla necessità affrontare un tema celebrativo, ma spesso non tiene conto dell’andamento della trama dei vangeli da cui vengono estrapolati dai brani. In questo modo si trascura ciò che li precede e ciò che li segue e, più in generale, il piano narrativo del singolo evangelista. Ne consegue che la conoscenza episodica dei vangeli non può sostituire una lettura integrale e continuata dei loro testi, che tuttavia resta affidata alla buona volontà dei fedeli.
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- In copertina: Salvator Mundi con i quattro evangelisti , di Fra Bartolomeo ( 1514 -1516) Firenze, Galleria Palatina